Politica
27 Febbraio 2013
Interpellanza del consigliere leghista Cavicchi sullo stabilimento di via Sammartina: "Quell'industria va collocata lontano dalle abitazioni"

“Superbeton insalubre, il Comune intervenga”

di Redazione | 2 min

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giovanni cavicchiSecondo il presidente del gruppo consiliare Lega Nord, Giovanni Cavicchi, le lavorazioni effettuate dalla Superbeton Spa la classificherebbero come “Industria insalubre di prima classe”, tale da dover quindi essere collocata lontana dalle abitazioni e isolata nella campagna. La considerazione è contenuta in una interpellanza del consigliere leghista al sindaco e agli assessori competenti, che si fa così ‘portavoce’ dei disagi degli abitanti delle zone limitrofe, i quali, costituiti in comitato, si sono più volte lamentati delle emissioni in atmosfera dell’impianto di via Sammartina in termini di “inquinamento acustico, miasmi nauseabondi, viabilità (circa 50.000 passaggi di automezzi pesanti con velocità eccessiva, scarichi in atmosfera, inquinamento acustico, vibrazioni che causano danni alle abitazioni, ammaloramento della carreggiata)”.

Come specificato nel testo dell’interpellanza – nella quale si chiede di porre in essere “tutti quegli interventi atti ad eliminare definitivamente i disagi sofferti dagli abitanti della zona ed a controllare le attività poste in essere dalla società in questione monitorando gli effetti delle stesse sull’ambiente e sugli abitanti – lo stabilimento della Superbeton Spa occupa una superficie di circa 55mila metri quadri nella zona della frazione di Chiesuol del Fosso ed è composto da impianti per la produzione di calcestruzzo, di conglomerati bituminosi, frantumazione inerti e produzione di calce preconfezionata, oltre all’attività di messa in riserva e recupero di rifiuti non pericolosi.

Lavorazioni che, come ricorda Cavicchi citando il testo unico delle leggi sanitarie (art.216) classificherebbero la Superbeton ‘industria insalubre di prima classe’, quindi obbligata a essere collocata lontano da abitazioni “salvo che l’industriale che la eserciti provi che, per l’introduzione di nuovi metodi o speciali cautele, il suo esercizio non reca nocumento alla salute del vicinato” (art. 216, comma 5°, R.D. n. 1265/1934). Requisiti che “devono essere valutati dalla Giunta del Comune in cui esiste l’azienda, sentita la locale autorità sanitaria”, spiega Cavicchi, aggiungendo che “gli enti preposti, nel corso degli anni, hanno emesso diverse diffide alla società per lo sforamento dei limiti previsti per le emissioni in atmosfera”.

Per l’esponente del Carroccio occorre dunque intervenire, considerando anche il fatto che “i tentativi di effettuare la delocalizzazione dell’impianto hanno dato fino ad ora esito negativo” e che, nonostante gli impegni presi, la società che gestisce l’impianto “non ha presentato alcun progetto per la riqualificazione dell’area”.

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