Cronaca
13 Febbraio 2013
Il progettista Capozzi pagherà un’oblazione per uscire dal processo

Terreni dell’Asilo del Salice, per le difese dati non utilizzabili

di Marco Zavagli | 2 min

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Luca Capozzi uscirà dal processo pagando un’oblazione di 13mila euro. È la prima conclusione a cui arriva il processo per i terreni dell’Asilo di via del Salice. Alla sbarra con l’accusa di gestione non autorizzata di rifiuti, oltre al progettista che appunto estinguerà il reato con una multa (come prevede questo tipo di reato ambientale, di natura contravvenzionale), ci sono l’ex responsabile del Settore Ambiente del Comune di Ferrara Alberto Bassi e il direttore dei lavori dell’asilo Gianni Squarzanti.

L’udienza di ieri – oltre alla richiesta di oblazione avanzata dall’avvocato Alessandro Gamberoni e accolta dal giudice Alessandro Rizzieri – ha visto comparire i primi testi e l’esame di Squarzanti, assistito dall’avvocato Michela Vecchi, che ha sostenuto come le analisi scolte dal Comune nel 2005 non avessero rilevato la presenza di sostanze inquinanti in quei terreni, prelevati comunque non in profondità ma “a circa un metro dalla superficie”.

Terreni che vennero trasportati nel 2009 da via del Salice a via Coronella, a Chiesuol del Fosso, nella proprietà di un privato (coimputato e giudicato in un procedimento separato), dove sorgeva il cantiere di un autodromo.

In quel materiale, secondo la procura, erano presenti metalli pesanti. “per questo venne sottoposto a sequestro”, conferma il primo testimone, l’appuntato Pietro Federici che svolse due sopralluoghi, in febbraio e il 20 marzo del 2009. “Acquisimmo anche le carte del conferimento dei terreni provenienti dal cantiere di via del Salice dagli uffici del Servizio edilizia in via Marconi”, prosegue il militare, “atti del 2008”. In quei sopralluoghi erano presenti i carabinieri di Ferrara, quelli del Noe e i tecnici Arpa.

Una di questi, Michela Mascis, eseguì i campionamenti: “c’erano venti cumuli di terriccio per i quali il Comune autorizzò tra il settembre e l’ottobre del 2008 il trasferimento in via Coronella. Vi trovammo stagno, fitofarmaci e idrocarburi”. Che “provenivano dagli scavi effettuati nel cantiere dell’asilo alla profondità di sedici metri. Lo si evince dal contratto di subappalto”.

Sopralluoghi e campionamenti che però, secondo le difese, avrebbero dovuto essere effettuati alla presenza di un legale o di un consulente delle parti, che all’epoca non erano ancora indagate. Una violazione del diritto di difesa, secondo l’avvocato Vecchi, che ha chiesto di dichiarare l’inutilizzabilità di quegli atti ai fini della prova. Sul punto il giudice si è riservato di decidere alla prossima udienza, fissata per il 9 maggio.

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