Eventi e cultura
6 Febbraio 2013
I Modena City Rambles dedicano una canzone a Federico

La luna che veglia su Aldro

di Marco Zavagli | 2 min

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ImmagineI Modena City Rambles dedicano una canzone a Federico Aldrovandi. In “Niente di nuovo sul fronte occidentale”, ultimo album dei menestrelli di Modena uscito ieri, tra i 18 nuovi brani si trova “La luna di Ferrara” e racconta in musica il dramma del 18enne morto nel 2005.

Nella canzone è Federico a parlare in prima persona. E si rivolge alla madre, ripercorrendo quanto successe quel 25 settembre. L’incontro con i poliziotti e poi l’arrivo del medico legale. Il ragazzo si premura alla fine di consolare il dolore materno, avvertendo che forse anche la giustizia non servirà a lenirlo. E in ogni caso la giustizia “non riporterà indietro/ i miei diciott’anni e il correre inquieto, i miei diciott’anni e il loro segreto, i miei diciott’anni fatti a pezzi per strada”.

Su tutto questo veglia la luna di Ferrara, “un pugno o una carezza, chissà chi lo deciderà…”.

Questo il testo della canzone:

Mamma non ti pentire di avermi insegnato/ ad avere fiducia in questo mondo malato,/ è stato soltanto un incidente/ è capitato a me ma non significa niente./

Mamma anche il dottore c’ha pensato due volte/ prima di firmare il mio certificato di morte/; qualche piccolo dubbio sul torace schiacciato, per quei segni sul collo e il manganello spezzato/. Ma poi si è convinto sul movente arbitrato del resto il rapporto lo aveva spiegato.

La luna di Ferrara veglia la città, un pugno o una carezza chissà chi lo deciderà…

Mamma non crederai vero a chi sputa sentenze/ e sulle divise vomita maldicenze,/ tutti tipi drogati da centro sociale/ se l’Italia è una fogna ci son loro a sguazzare.

Mamma ho sempre pensato che non debbo temere/ se per strada ti ferma un poliziotto o un carabiniere,/ se mi trovavo a passare per il posto sbagliato/ se c’era un che di storto non ho guardato;/ la colpa era mia che non mi son presentato,/ la colpa era mia che sono inciampato/

La luna di Ferrara veglia la città, un pugno o una carezza chissà chi lo deciderà…

Mamma non ci pensare è destino beffardo/ che non manda mai pace e con me è stato bastardo/ il sentiero dei lupi assetati di sangue/ a volte ti canta la strada elegante./

Ti prego non ti dolere per come mi hanno trattato/ un lupo non piange mai sul sangue versato./ E comunque giustizia non riporterà indietro/ i miei diciott’anni e il correre inquieto, i miei diciott’anni e il loro segreto, i miei diciott’anni fatti a pezzi per strada una notte di settembre da belve in divisa.

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