Oggi, mercoledì 30 gennaio, alle ore 16, presso il salone d’onore di Palazzo Pendaglia, in via Sogari 3, viene presentato il volume di Maria Teresa Sambin De Norcen, “Il cortigiano architetto. Edilizia, politica, umanesimo nel Quattrocento ferrarese”, edito dalla Marsilio di Padova. Sono previsti gli interventi di Roberta Monti (dirigente scolastico), Carla Di Francesco (direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici dell’Emilia-Romagna), Richard Schofield (Iuav), Rita Fabbri (Unife), Gianni Venturi (Istituto studi rinascimentali), Maria Teresa Sambin (Iuav), coordinati da Gianni Cerioli.

Il libro ricostruisce, grazie a una preziosa ricerca sulle fonti, la vita di Bartolomeo Pendaglia (Ferrara 1395-1462), figura fondamentale per quasi mezzo secolo alla corte estense. Già considerato alla sua epoca un committente fuori dall’ordinario, è rimasto ignorato da gran parte degli studiosi di architettura e di storia. La sua vicenda racconta di una famiglia non nobile che, fra Trecento e Quattrocento, arriva agli apici dell’amministrazione estense per perdere presto parte del proprio prestigio a causa di un intrigo internazionale, che vede protagonista Bartolomeo al fianco di Borso d’Este e Gianfrancesco Gonzaga ai danni dei veneziani. La storia politica e sociale si intreccia in modo indissolubile con l’architettura, vista come mezzo di autocelebrazione e di promozione.

Il grande palazzo di “contrà Sogari”, che oggi ospita l’istituto alberghiero Vergani, così come la distrutta villa di Consandolo, stavano a testimoniare di fronte ai contemporanei la posizione raggiunta e il desiderio di imitare la grandezza dei committenti antichi, sebbene in forme ancora tardomedievali. Maria Teresa Sambin propone un’accurata restituzione delle vicende costruttive dei due edifici e un’analisi puntuale di ciò che sopravvive dell’originaria conformazione architettonica e della decorazione pittorica. La presentazione fa parte del progetto “Circolo letterario” che il polo scolastico agroalimentare estense Navarra-Vergani realizza con la collaborazione di vari studiosi cittadini tra i quali Anna Quarzi, Giacomo Savioli, Francesco Scafuri, Gianni Venturi ed altri.