La polizia ferrarese a Bologna contro i “nonni in divisa” e i tagli alle forze armate.
Nessun presidio oggi si è tenuto davanti alla questura estense in occasione della protesta nazionale, ma una cinquantina di poliziotti ferraresi si sono recati a Bologna per aggregarsi al corteo diretto al Palazzo della Regione.
“Ci saranno state almeno 500 persone a protestare – racconta Luca Caprini, segretario Sap a Ferrara -. Noi ne abbiamo portate circa una cinquantina, ma bisogna considerare che in tutto in Provincia non siamo molti, circa 300. Inoltre tanti non hanno potuto partecipare, sia perché la loro presenza era necessaria presso i servizi operativi, sia perché tante richieste per avere un giorno di riposo da dedicare alla manifestazione non sono state accolte”.
La manifestazione ha avuto lo scopo di ribadire il dissenso nei confronti del taglio di 20mila uomini e donne dalle forze armate italiane, del precariato che vige all’interno della categoria, “nei confronti dei tagli lineari e indiscriminati alla sicurezza, alla difesa, al soccorso pubblico”, e ancora nei confronti dei “nonni in divisa a causa dell’eccessiva elevazione dell’età anagrafica per il personale degli stessi comparti”.
La manifestazione è stata inoltre l’occasione per dire no “agli sprechi di denaro pubblico, ai politici corrotti che usano le risorse pubbliche come beni di loro proprietà incapaci di realizzare il bene comune e l’interesse dei cittadini, ai chi si serve con disonore dello Stato, degli enti locali e delle istituzioni, con finalità privatistiche o per l’interesse della parte politica”, si legge nel volantino diffuso a Bologna.
Nella lista dei desideri dei manifestanti ci sono la revisione e l’ammodernamento dell’attuale modello di sicurezza, difesa e soccorso pubblico; la riforma ordina mentale delle carriere e dei percorsi professionali; la stabilizzazione dei precari e l’introduzione di misure a sostegno dei nuclei familiari con redditi più bassi; l’immediato avvio della previdenza complementare per garantire pensioni dignitose; la razionalizzazione della spesa pubblica. E ancora: la valorizzazione della funzione del lavoro delle forze dell’ordine, “con la destinazione di risorse per esaltare la specificità dell’impiego e compensare i maggiori oneri di chi lavora in questo settore rispetto agli altri lavoratori pubblici; un processo di ammodernamento del sistema delle relazioni e degli strumenti rappresentativi sindacali dei Cocer, in linea con le decisioni e le norme europee.
Gli operatori delle forze di polizia, delle forze armate e dei vigili del fuoco chiedono “rispetto, dignità e strumenti per continuare a servire i cittadini per garantire sicurezza, pace, condizioni migliori di vivibilità e di tutela dei e nei territori e nella quotidianità”, ed il libero esercizio dei loro diritti garantiti dalla Costituzione italiana.
“Continueremo nonostante tutto e con grande senso di responsabilità la nostra missione – sostengono i manifestanti – ed a lavorare per assicurare l’ordine e la sicurezza pubblica e il soccorso pubblico a tutti i cittadini di questo Paese”.
La sciopero è stato organizzato dai sindacati della polizia di stato, della polizia penitenziaria, del corpo forestale dello Stato e dei vigili del fuoco. Per la polizia di Stato hanno aderito Sap, Siulp, Ugl, Consalp – quest’ultima sigla assente nel territorio provinciale ferrarese -. Hanno dichiarato il proprio sostegno all’iniziativa e la propria adesione ideale anche i Cocer carabinieri, la guardia di finanza, l’esercito, la marina, l’aeronautica.
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