L’omaggio classicista al grande Rinascimento ferrarese sembra assumere una direzione particolare ed inquietante per mezzo di nuove ed apparentemente segrete corrispondenze, la cui esegesi presuppone una conoscenza non comune del patrimonio storico cittadino. Mi riferisco alla scoperta tutt’altro che lieta della nuova destinazione d’uso di Palazzo Schifanoia e dei resti del suo magnifico giardino.
Infatti non immaginavo che la questione che ho aperto tre anni fa insieme ad altri 1.300 cittadini con i quali chiedemmo ai legittimi proprietari di Palazzo di Schifanoia di prendere atto dell’inadeguatezza dell’edificio nell’accogliere i visitatori italiani e stranieri venisse risolta dopo tanto tempo e in modo tanto originale.
Allora mancavano infatti l’accessibilità ai disabili del Salone dei Mesi e di tutto il percorso museale posto nel soppalco dell’ala trecentesca e al piano nobile dell’edificio, soprattutto mancava e manca tutt’ora l’esistenza di servizi igienici accessibili tali da essere fruiti sia dei visitatori del museo che dai clienti del bar ristoro presente nel giardino.
Oggi, dopo la chiusura degli interi Palazzo e giardino di Schifanoia a causa degli effetti del terremoto e quindi la riapertura del solo giardino e relativo bar ristoro anche in orario serale, ecco che la questione delle toilettes appare brillantemente superata per mezzo di un duplice, coltissimo, riferimento all’amore per la romanità dei nostri antenati estensi e della loro corte.
La sofisticata liaison è stata realizzata per mezzo di un esoterico e immaginifico riferimento sia all’imperatore romano Vespasiano, effigiato in uno dei medaglioni in bronzo posti sul portale di Palazzo Prosperi Sacrati, che al grande poeta del ‘400 nostrano Tito Strozzi anche detto Vespasiano e residente a pochi metri dallo stesso Palazzo Schifanoia.
Così che, dopo 500 anni e più, finalmente il genio di uno tra i più significativi imperatori romani, l’umanesimo rinascimentale e la volontà di uscire dalle secche della crisi economica e degli effetti del terremoto trovano geniale celebrazione nell’avere trasformato l’intero giardino di Palazzo Schifanoia in un qualche cosa che se non è ancora un vero e proprio Vespasiano (generalmente coperti e dotati di acqua corrente) gli assomiglia molto, sebbene sia ancora niente più che un orinatoio a cielo aperto.
Sfugge alla mia comprensione perché i proprietari di Palazzo Schifanoia non abbiano ancora provveduto a realizzare i bagni richiesti mettendo inoltre a norma il bar e attuando la bonifica del cemento-amianto presente in buona quantità nei casotti in laterizio presenti a ridosso del bar nel bel mezzo del giardino.
Fuor di ironia, auspico si provveda con solerzia a impedire un ulteriore uso del giardino come toilette pubblica adeguando i servizi offerti ai visitatori siano essi turisti o ferraresi, con particolare riferimento ai disabili, e fornendo insieme circostanziate spiegazioni in merito ad un tanto evidente, sconsiderato e sbagliato utilizzo del nostro comune patrimonio d’arte, cultura e storia.
Palazzo Schifanoia è uno dei simboli più noti nel mondo del Rinascimento ferrarese ed italiano e se gli attuali proprietari non sono nella condizione di attuarne una corretta conduzione occorre progettare con urgenza nuove e diverse soluzioni perché la prossima primavera il Salone dei Mesi e i Musei Civici di Ferrara possano essere fruiti dal più largo pubblico possibile per il Bene Comune, per Ferrara, città d’Arte, Cultura e Turismo.
Alessandro Gulinati, presidente Pro Loco Ferrara