Da Platone al populismo

Per Platone la democrazia è la negazione della buona politica. Non bisognerebbe mai dimenticare che, in fondo, è la democrazia che condanna a morte Socrate. Per Platone ‘i molti’ sono incapaci intrinsecamente di autogovernarsi; manca loro l’educazione e la capacità di controllare le passioni. Conclusione: solo un’élite formata dai ‘migliori’ può essere in grado di governare; ed ecco avanzata la famosa tesi del governo dei filosofi… Ora, da quel tempo ne è passata di acqua sotto i ponti (2500 anni!) e non c’è dubbio che fra i cambiamenti ci sono anche quelli riferibili al significato delle parole: per esempio, la differenza tra la democrazia degli antichi e la democrazia dei moderni….E potremmo continuare a lungo su questo piano delle differenze…Ma a me interessa evidenziare un punto di estrema attualità della riflessione di Platone: là dove ci dice (per noi in positivo…) che senza educazione dei cittadini la democrazia si può convertire in caos e divenire preda di qualunque demagogo (oggi diremmo: populista). E che, perciò, anche la democrazia deve curare sia la formazione di élites dirigenti capaci ed oneste, sia la continua crescita culturale dei governati.