Comacchio
25 Settembre 2012
Interrogazione del consigliere regionale a tutela dell'ambiente e in difesa delle esigenze dei pescatori

Malaguti: “Smantellare il poligono di tiro di Foce Reno”

di Redazione | 2 min

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Lido di Spina. Smantellare il poligono militare di Foce Reno. A chiederlo con un’interrogazione alla giunta regionale dell’Emilia Romagna è il consigliere Mauro Malaguti (Pdl), facendo presente che l’area del poligono, che parte dal Lido di Spina e si estende a sud, interessa due distinti piani territoriali del Parco del Delta del Po, il piano di stazione valli di Comacchio, fino alla sponda sinistra del fiume Reno, ed il piano di stazione Pineta di San Vitale e Pialasse di Ravenna per la restante parte della sponda destra del fiume Reno fino a Casal Borsetti.

Le porzioni di territorio di spiaggia, aggiunge Malaguti, fanno dunque parte di due riserve naturali dello Stato, la Sacca di Bellocchio e la Pineta di Ravenna, ma soprattutto l’area militare sorge al centro “di una delle zone dell’Adriatico maggiormente interessate dal settore della pesca, a grande intensità turistica e di maggior pregio naturalistico”. La zona dedicata alle esercitazioni di tiro si estende per 12 miglia marine, fino a 4 miglia al largo, “costringendo i pescherecci a lunghi e onerosi – in considerazione anche della forte crisi del settore – giri per aggirarla”.

Nel merito, come ricorda lo stesso Malaguti, il senatore Alberto Balboni (Pdl) aveva presentato un’interrogazione al Ministero della Difesa. Nell’interrogazione di Balboni si rammentava che il poligono di tiro è regolamentato da un disciplinare che prevede all’articolo 2 la tacita proroga, a meno che una delle parti contraenti faccia specifica richiesta di revisione. Malaguti chiede dunque alla giunta regionale se ritenga “utile lo smantellamento dell’anacronistico Poligono militare” e per quale motivo, in veste di contraente dell’accordo sottoscritto dal Comandante del 6° Comando Operativo Territoriale e dall’Assessore alla Programmazione, Pianificazione della Regione Emilia Romagna, “non abbia ancora provveduto ad inoltrare specifica richiesta di revisione a sospensione della ‘tacita proroga’ prevista dall’articolo 2 del Disciplinare sottoscritto con il Comando del Ministero della Difesa”.

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