Ad oltre venti anni dalla sua scomparsa, la figura di Giorgio Almirante è stata rivalutata, non tanto come rappresentante di una forza politica quanto per le doti di statista e uomo politico, che ha sempre riconosciuto i valori delle istituzioni, al punto che anche gli avversari politici lo rispettavano in vita e ne rispettano oggi la memoria.
Almirante ha il merito di aver sottratto la destra italiana al limbo in cui era stata confinata per ragioni storiche e ideologiche, trasformandola e imprimendogli quella svolta che, attraverso la costituzione di Alleanza Nazionale, prima, e la confluenza nel Popolo della Libertà, poi, le ha consentito di diventare un partito democratico moderno ed europeo, una forza politica stabile e un punto di riferimento nello scenario politico e istituzionale italiano.
Se oggi si va verso il bipolarismo e la semplificazione della politica, se il percorso sulla strada della piena pacificazione nazionale è stato avviato e procede con il concorso di tante donne e uomini di buona volontà, in parte lo si deve anche a Giorgio Almirante.
Nonostante gli scontri nella vita politica, divisi da diversi approcci ideologici ma accomunati da un profondo rispetto reciproco, Almirante ebbe la capacità e il merito di aprirsi al dialogo con tutte le forza politiche, arrivando a stringere contatti riservati e ripetuti con Enrico Berlinguer, assieme il quale, negli “anni di piombo”, mentre l’Italia barcollava sotto una cappa di terrore e di sangue, cercò, secondo fonti autorevoli che hanno trovato conferma negli ultimi anni, possibili punti di convergenza per concentrare gli sforzi al fine di isolare le frange più estreme degli opposti terrorismi.
La stima di Giorgio Almirante per Enrico Berlinguer si manifestò soprattutto in occasione dei funerali del leader della sinistra italiana, quando, a rischio della propria incolumità, Almirante andò a rendere omaggio alla salma di Berlinguer a Botteghe Oscure fra lo stupore di una folla immensa.
Il gesto fu ricambiato anni dopo, nel maggio del 1988, da Nilde Jotti e Giancarlo Paletta, alla morte di Giorgio Almirante.
Per le motivazioni sopra esposte, il sottoscritto consigliere comunale, chiede al sindaco e al responsabile della commissione toponomastica di valutare la possibilità di intestare una via o una piazza di Ferrara a Giorgio Almirante, testimoniane di una volontà di riconciliazione, messaggero di speranza per un mondo di pace e solidarietà.
Ing. Francesco Rendine, consigliere comunale Pdl di Ferrara