“In questi giorni ha ricevuto anche qualche minaccia”. Termina quasi sorvolando sul fatto più importante, o quantomeno più preoccupante, la relazione del sindaco Tiziano Tagliani sul capitolo Spal approdato oggi in consiglio comunale.
Il primo cittadino aveva comunicato al consiglio l’aggiornamento sul capitolo Spal. Un intervento che è partito dagli albori della crisi attuale. Da quando la società era ancora in mano a Gianfranco Tomasi. “Qualcuno qui non ricorda chi fu a contestarlo – dice Tagliani rispondendo alle domande dei consiglieri -; di certo non fui io. Io non sono un tifoso. Faccio il mio mestiere di sindaco anche per le parti che meno conosco, ma non riesco a dire che i ferraresi sono traditi”.
Il riferimento è alle vicende che hanno portato alla mancata iscrizione e alle istanze di fallimento contro la società di Butelli. E questo perché, nel concetto espresso dal sindaco, chi vuole una squadra competitiva “ci deve mettere i soldi”. A brandani (Fli) che gli chiedeva un rappresentante dell’amministrazione nel cda della futura società, la Real Spal srl, in funzione di controllo, la risposta è immediata: “Chi mi dà i soldi per partecipare al capitale sociale? Sono nella politica succede questo. Se ritenete che fare una hola allo stadio “Mazza” serva a qualcosa vi illudete”.
Poi lo sfogo. “In questi giorni ho incontrato tutti. Ho fatto anche cose, lecite, che non posso dire, a tutela della legalità e della trasparenza di questa città. Ma il Comune di Ferrara non può avere un ruolo gestionale in una società che ha per proprio fine il lucro”.
Ora, con la cordata rappresentata da Oreste Pelliccioni e dai ferraresi Roberto Ranzani e Roberto Benasciutti, “il futuro sportivo della città è nelle mani di una realtà che ci ha dato delle credenziali, quelle di investire 5 milioni di euro in tre anni e arrivare subito alla promozione”. Ma per farlo, “se ritiene importanti il simbolo, il blasone, lo stadio, allora ci deve mettere i soldi”.
E infine la rivelazione: “in questi giorni ho ricevuto addirittura qualche minaccia, che ho segnalato alle autorità”. Si parla di “forti pressioni nell’ambito delle azioni che abbiamo intrapreso come Comune in questi ultimi giorni”. Di più Tagliani non può dire: “ci sono indagini in corso da parte della procura e non dobbiamo interferire”.
Non si tratta del primo episodio di questo tipo che fa da contorno a una delle pagine più disastrate della storia ultracentenaria della Spal. Già a febbraio Luigi Moretti di Arsalab aveva annunciato pubblicamente l’intenzione di abbandonare il progetto di salvataggio della società a fronte di minacce provenienti “da persone – aveva detto – vicine alla società”.
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