
Il giorno dell’iaugurazione del parco fotovoltaico
Alle 10.30 di ieri sul tavolo dell’assessore allo sport Luciano Masieri c’era una sola busta. Quella della cordata Pelliccioni. È arrivata un’unica offerta per la nuova Spal. Ma, per Masieri, è quella buona. “Non ci è voluto molto per prendere una decisione; almeno una volta tanto ci troviamo di fronte a interlocutori che mantengono la parola data”.
Intanto il romagnolo Pelliccioni, insieme ai ferraresi Ranzani e Benasciutti (che porterà in dote il marchio originale S.P.A.L., rimasto nelle sue mani dopo i fatti del 2005). ha già provveduto all’affiliazione in Figc. La società Real Spal – così si chiamerà nonostante i mugugno dei tifosi – è già costituita.
Nel progetto presentato in municipio una parte rilevante riveste anche il settore giovanile. Il prossimo anno ci saranno almeno quattro categorie rappresentante. “L’intenzione è quello di rilanciarlo in grande stile”, fa sapere Masieri, che lunedì insieme al sindaco Tagliani sarà personalmente a Roma, “per consegnare direttamente a mano al presidente Abete la lettera di “supplica” per l’iscrizione alla serie D”. Il rischio, sia sa, è quello di partire dalla terza categoria. Ma il blasone in questi casi ha la sua rilevanza.
Il prossimo passo, una volta ottenuto il piano finanziario che dovrebbe arrivare entro oggi, è la concessione triennale da parte dell’amministrazione dell’utilizzo dello stadio “Paolo Mazza” e del Centro d’addestramento di via Copparo.
Si parlava di scongiurare il rischio di una terza categoria. Chi potrebbe ricominciare dal livello più basso è invece la Spal 1907. Al momento manca l’iscrizione alla Secondo Divisione. Sono scaduti anche i termini del ricorso. Ma Butelli potrebbe avere tutto l’interesse a salvarla dal fallimento.
In questo caso, infatti, se riuscirà a soddisfare i creditori e a riaffiliare la squadra, potrà garantirsi la rendita ventennale dei proventi del parco fotovoltaico.
Il parco, costruito su 292mila mq, sopra una discarica di Hera, è in grado di produrre14 megawatt, qualcosa pari al fabbisogno energetico di 7.000 famiglie.
Un impianto che garantirebbe a Butelli, titolare del 30% delle quote, una rendita annuale quantificabile in circa 500mila euro “puliti”, da qui ai prossimi vent’anni.
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