È stato firmato ieri mattina il provvedimento di dissequestro dei capannoni della Ceramiche Sant’Agostino e della Tecopress, sui quali erano stati posti i sigilli per indagare sui crolli nei quali perirono Leonardo Ansaloni, Nicola Cavicchi e Gerardo Cesaro. Le due aziende potranno da oggi tornare a produrre a Sant’Agostino e a Dosso.
Il via libera per la rimozione delle macerie e la ripartenza dell’attività produttivo in loco arriva dal pm Alberto Savino, che – dopo aver sentito il perito incaricato dalla procura, l’ingegner Claudio Comastri – ha autorizzato la restituzione delle aree. Savino è titolare di due dei tre fascicoli aperti in via Mentessi per omicidio colposo. Il terzo, relativo al crollo nel sito di Ursa, è in mano al pm Nicola Proto.
Le persone raggiunte dall’avviso di garanzia e quindi iscritte nel registro degli indagati sono 28, 8 per Ursa, 15 per Tecopress e 7 per Ceramica S. Agostino. Gli indagati sono, per la Tecopress, il titolare Enzo Dondi; la responsabile sicurezza Elena Parmeggiani; il costruttore Umberto Cavallaro della Promedil di Poggio Rusco; il progettista e direttore lavori Antonio Proni; Marco Mantovani, di Sermide, geologo; Dario Gagliardi di Brescia, progettista fondazione; i costruttori Mauro Castelvedere di Edilcomp di Brescia, Domenico e Benvenuto Antonini della San Michele spa di Brescia; i direttori dei lavori Cosimo Giuffrida di Ostiglia (opere e cemento compresso) e Angelo Bardi di Brescia (montaggio strutture cemento armato); il collaudatore Modesto Cavicchi; Oliviero, Giovanni Andrea e Massino Caprini della EdilKap di Brescia per il cemento armato della fondazione.
Per la Ceramica Sant’Agostino si contano il titolare Ennio Manuzzi; il responsabile sicurezza Andrea Fipertani; il direttore lavori Andrea Govoni, la geologa per indagini sui terrreni, Marilena Martinucci e il progettista Bruno Luigi Formigoni di Mantova.
Per Ursa troviamo Christian Alexandre Michel e Simone Marescotti; il progettista Franco Mantero, presidente dell’ordine degli ingegneri di Ferrara; Mauro Monti, collaudatore lavori che riveste l’incarico di ingegnere capo in Provincia; Anton Guido Pieri; Pierantonio Cerini, Dante Dall’Olio e Simonello Marchesini.
Uguale provvedimento è atteso a giorni, se non a ora, per l’Ursa (dove perse la vita Tarik Naouk). Il titolare del fascicolo, il sostituto procuratore Proto, dovrebbe dare l’ok per il dissequestro dell’area di Stellata.
Il tecnico, insieme ai consulenti di parte, ha svolto la prima fase della perizia, che deve accertare qual è stata la causa del collasso delle strutture industriali avvenuta con il terremoto del 20 maggio. La conclusioni, attese per settembre, dovranno chiarire se i capannoni delle aziende rispondevano ai criteri di una corretta costruzione sulla base della normativa antisismica esistente all’epoca della progettazione del capannone e in riferimento a eventuali modifiche successive della struttura. Dalla perizia si attende anche l’analisi dei documenti relativi a progettazione, edificazione, direzione lavori e collaudo, provenienza dei materiali, ancoraggio dei pannelli, dei nodi tra gli elementi strutturali, la resistenza complessiva della struttura.