Cronaca
9 Luglio 2012
Comune condannato al pagamento delle spese dopo il ricorso di Moira Orfei. Riconosciuta la funzione sociale delle attività circensi

Il Tar boccia l’ordinanza anti circo di Ferrara

di Redazione | 2 min

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E’ stata rigettata dal Tar dell’Emilia Romagna l’ordinanza con la quale il Comune di Ferrara, lo scorso dicembre, aveva disposto il divieto di ingresso in città dei circhi in possesso di alcune specie di animali esotiche ritenute incompatibili con le strutture circensi. Viene così vanificata l’ordinanza anti circhi del sindaco Tagliani dopo il ricorso della società che gestisce il circo Moria Orfei.

Secondo il Tar regionale,  che si richiama alle sentenze di altri tribunali amministrativi, i Comuni sono obbligati a concedere spazi alle strutture circensi in virtù della funzione sociale riconosciuta dalla legge sul circo del 1968. La decisione è arrivata dalla Sezione II del Tar Emilia Romagna presieduta da Giancarlo Mozzarelli. Ad opporsi al ricorso circense era stato il Comune di Ferrara, attraverso il siondaco Tagliani, che era rappresentato e difeso dagli avvocati Edoardo Nannetti, Barbara Montini, Matilde Indelli e Cristina Balli.

La presa di posizione a tutela degli animali del Comune venne persino premiata dal Ministero del Turismo, che assegnò a Ferrara il riconoscimento di “Comune Animal Friendly” (Comune amico degli animali), ma per la quale ora la stessa Amministrazione comunale, dopo il pronunciamento avverso del Tar è stato anche condannato a pagare le spese.

Il ricorso di Moira Orfei puntava sul fatto che, in base a una legge datata, la 337 del 1968, che regolamenta l’attività dei circhi e dello spettacolo viaggiante, la competenza non spetterebbe ai Comuni bensì al governo. Per il principio della gerarchia delle fonti di diritto, dunque, un Comune non potrebbe vietare ciò che una normativa dello Stato consente.

Per vietare o regolamentare la detenzione degli animali, dunque, occorrerebbe una legge che però nessuno sembra voler promuovere.

“Occorrerebbe – commenta Paola Cardinali, presidente Avedev (l’associazione che gestisce il canile municipale e una di quelle che ha insistito per l’ordinanza) – una maggiore educazione al rispetto degli animali da parte degli adulti nei confronti dei rispettivi figli”. “I disegni di legge per cambiare la legge del 1968 ci sono – aggiunge – ma evidentemente manca la volontà politica. Tenendo conto che abbiamo in Italia circa 150 circhi che ricevono sovvenzioni dallo Stato per 6 milioni di euro. Noi continuiamo a rimanere convinti che gli animali non debbano essere utilizzati per spettacoli, tantomeno nei circhi dove gli addestramenti vengono spesso effettuati con metodi cruenti. Se l’ordinanza non serve, bisognerebbe fare coma ad Alessandria, che hanno posto talmente tanti paletti burocratici ai circhi da impedirne, di fatto, l’attività nel Comune”.

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