Mentre sul sito facebook Marcella Zappaterra non fa mistero della propria contrarietà al decreto del governo (che “può già cominciare – scrive la presidente – a nominare i commissari liquidatori degli enti locali. Dubito che gli amministratori rimangano ad aspettare di verificare il dissesto dei bilanci. Buona politica se ci sei batti un colpo!”), sul sito questa volta della sua Provincia compare un bando per assumere a tempo indeterminato un dirigente tecnico, in pratica un ruolo da ingegnere capo dell’ente.
L’amministrazione provinciale, che fino a un anno rischiava di essere abolita e che ora dovrà essere accorpata a enti omologhi di città limitrofe, si doterà di una nuova figura super pagata. E questo mentre il verbo della spending review, del risparmio sulla spesa pubblica, ammonisce gli enti pubblici a ridurre in misura non inferiore al 20% l’organico dei dirigenti. È vero che, come appunta sempre su facebook Marcella Zappaterra non siamo messi come “la Sicilia [che] ha più dipendenti del governo inglese” (“e il governo – prosegue la sua frase – con la spending review fa fallire i comuni e le province… misteri della politica italiana”). È altrettanto vero che il bando è stato indetto ben prima del decreto tanto vituperato ancora in via di approvazione (la deliberazione del Castello numero 127/41769 risale allo scorso 5 giugno). Ma forse un po’ di maggiore accortezza avrebbe impedito ad esempio a Liana Barbati, capogruppo in Regione dell’Italia dei Valori, di far notare come “tagliano Province e posti di lavoro, ma Ferrara assume dirigenti”.
Proprio la Barbati parte dal bando che campeggia dal 20 giugno sul sito istituzionale della Provincia di Ferrara, nella sezione concorsi (http://www.provincia.fe.it/download/bando%20DIR%20tecnico%20pubblicato.pdf?server=sd2.provincia.fe.it&db=/intranet/internet.nsf&uid=65AEF440A7598213C1257A21003EB030), per sottolineare come al di là di chi andrà a ricoprire “questo importante e ben remunerato ruolo, in ogni caso questione di non secondaria importanza”, sia da contestare “l’opportunità di questa assunzione: in un momento in cui il taglio delle Province è ancora materia d’esame al Governo, e in cui i tagli gravano sull’intera popolazione, un dirigente in più è quello che serve ineluttabilmente alla Provincia di Ferrara?”.
La capogruppo ammette che “non compare nel decreto sullo ‘spending review’, attualmente in via d’approvazione, la riduzione degli enti questione”, che è rimandata ad agosto. “Di certo c’è però quanto basta – insiste la dipietrista -: il taglio del 20% dei dirigenti della pubblica amministrazione e del 10% del personale non dirigenziale – presumibilmente quelli senza protezione politica – oltre alla riduzione di risorse che proprio oggi i presidenti Pd delle Province emiliano romagnole hanno lamentato al loro leader Bersani”.
Senza contare “le spese che i comuni del ferrarese si stanno trovando a fronteggiare a causa della disastrosa ondata sismica i cui effetti sono ben lungi dall’esaurirsi. Ora, un dirigente per un ente che potrebbe scomparire a breve è davvero necessario?”, si chiede Barbati.
Un esempio che cozza con quanto voluto dalla giunta Zappaterra è quello della Regione Emilia Romagna “che ha revocato un bando per una carica analoga”, motivando la decisione con “lo specifico contesto istituzionale – ricorda la capogruppo Idv – di grave crisi economico finanziaria che sempre più richiede, in attuazione a politiche di rigore nella spesa pubblica, l’adozione di misure di contenimento di costi per la gestione del personale’, oltre che ‘le misure di riassetto dei livelli istituzionali decise con recenti provvedimenti legislativi nazionali dovranno trovare applicazione in specifiche normative regionali, avviando così possibili processi di ridefinizione organizzativa delle strutture regionali’”.
“A che scopo, mi chiedo e chiedo alla Presidente Marcella Zappaterra, assumere per licenziare – conclude la Barbati -? A meno che, non si proceda poi semplicemente spostando il neo assunto da un posto all’altro. In ogni caso, l’inopportunità di quest’azione, resta. Rischiamo di avere più dirigenti che Province, arrivando davvero al paradosso nella Pubblica Amministrazione”.
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