Una lettera personale di scuse da parte del capo della Polizia e la vicinanza del ministro dell’Interno. Sono le due forme di solidarietà incassate nell’arco di una giornata da Patrizia Moretti. La madre di Federico Aldrovandi è stata invitata ieri sera a Palazzo Camerini per ricevere dalle mani del questore Luigi Mauriello la lettera di Antonio Manganelli.
“È giunto il momento di farvi avere le nostre scuse e quando e se vorrà sarei felice di incontrarla nuovamente” si legge nella missiva che Patrizia Moretti giudica “personale” e che quindi “non leggerò nella sua interezza”. Da alcuni passaggi però è facile intuirne il contenuto. A cominciare dai provvedimenti che potrebbero essere presi nei confronti dei quattro poliziotti condannati con sentenza definitiva a tre anni e mezzo per l’omicidio colposo del figlio. “Inizia ora la fase disciplinare – scrive Manganelli – che avverrà secondo i modi e le procedure previste dalla normativa vigente”.
Frasi “che possono avere un grande significato”, commenta Moretti che chiede ora alla Polizia di Stato “una decisione, che sia il risultato logico di quelle tre sentenze e di questi sette anni di lotta per far emergere la verità. Sarebbe molto importante, e non solo per me a questo punto, dare un segnale alla gente. La Polizia deve decidere come vuole essere. Deve decidere se certe persone sono degne o no di vestire ancora la sua divisa. E quella decisione va presa oggi, subito”.
Prima delle scuse di Manganelli, Patrizia Moretti era stata raggiunta in giornata dal messaggio del ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, che nel rispondere ad alcune domande del “Corriere” sulla sentenza della Cassazione per i fatti del G8 di Genova, aveva accennato al caso Aldrovandi. E a proposito delle offese lanciate via facebook da uno dei poliziotti aveva detto nell’intervista al quotidiano di Via Solferino che “sarà la commissione disciplinare a stabilire la sanzione”, facendo capire che la linea scelta è quella della fermezza e dell’intransigenza: “un atteggiamento così arrogante non si può tollerare”.
La titolare del Viminale chiudeva auspicando un incontro con la madre di Federico per dirle che “noi siamo con lei. Voglio spiegarle che la polizia è un’altra cosa”. Il messaggio è arrivato a destinazione e Patrizia Moretti aspetta solo la data: “sono molto contenta, la vicinanza delle istituzioni è un segnale importante, anche perché anche noi nella nostra battaglia abbiamo sempre sostenuto che la polizia è un’altra cosa”.