Si concluderà probabilmente con una oblazione il processo a carico dei sei manager del petrolchimico di Ferrara imputati a vario titolo di reati ambientali. La prima udienza ha visto le difese presentare memorie di rinvio per poter ottemperare alle prescrizioni chieste dalla procura nel marzo dello scorso anno, all’atto del dissequestro delle torce di Basell e Yara.
In quella occasione la magistratura acconsentì a togliere i sigilli solo sub condicione. Ossia dietro le garanzie da parte delle due multinazionali del rispetto di alcune prescrizioni previste dall’Autorizzazione integrata ambientale del ministero, tra cui l’aggiornamento degli strumenti di controllo sulle torce, e il conseguimento delle necessarie autorizzazioni entro il 30 settembre 2012.
Per quella data Basell e Yara dovranno dimostrare di aver ottemperato ai dettami della procura, eliminando le conseguenze dannose del procedimento di produzione.
Sulla base di questo termine il tribunale ha rinviato le parti a martedì 23 ottobre 2012. Imputati sono Massimo Covezzi, presidente del cda di Basell Poliolefine Italia srl; Gianluca Gori, responsabile a Ferrara delle unità produttive della multinazionale americana; Edward Cavazuti, statunitense, presidente del cda di Yara dall’agosto 2007 al 2008, Dionys Willems, belga che subentrò a Cavazuti dal 2009 ad oggi; Hans Goossens, legale rappresentante dello stabilimento ferrarese di Yara dal marzo 2007 al 10 ottobre 2010 e Franl De Vogelaere, che lo sostituì nelle sue funzioni all’interno del petrolchimico.
Covezzi e Gori sono chiamati a rispondere di emissioni non autorizzate in atmosfera, che sarebbero avvenute dal 2007 fino al 15 ottobre 2010 e, in secondo luogo, per aver utilizzato le torce pur in assenza di situazioni di emergenza. Questo dal 16 ottobre 2010 fino al 19 luglio 2011.
I due vertici Basell sono inoltre imputati di aver provocato emissioni pericolose (“fumo nero diffuso, boati e forte luminosità notturna”), che causarono molestie agli abitanti della zona. Si parla di episodi avvenuti dal 2007 al 19 luglio 2011.
Di emissioni non autorizzate in atmosfera e di emissioni pericolose (dal 2007 fino al 12 maggio 2011) devono rispondere anche i quattro uomini di Yara.
Gli imputati, trattandosi di reati la cui soglie di punibilità è inferiore ai quattro anni, dovrebbero avvalersi della possibilità, prima dell’inizio del dibattimento, di estinguere il reato con una semplice oblazione, ossia il pagamento di una determinata somma che verrebbe nel caso stabilita dal giudice.