Si è tenuta ieri mattina nel carcere dell’Arginone l’udienza di convalida per John Jobuni Kwasi, il 35enne ghanese accusato di violenza sessuale nei confronti di una educatrice di 27 anni. L’uomo era finito in manette dopo aver aggredito brutalmente una giovane che lavora in una struttura educativa in periferia di Ferrara.
Poco dopo le 20 l’uomo, che vedeva la sua vittima tutti i giorni e fino ad allora non aveva dato segnali di pericolosità, avvicina la ragazza e le chiede di parlarle. Salgono al piano superiore con la scusa di un banale aiuto informatico, e lui, accertata l’assenza di altre persone, la spinge all’interno di una stanza chiudendosi dietro la porta e, la getta a terra tentando in ogni modo di violentarla. Ne nasce una colluttazione, durata circa mezzora, fino a quando la vittima riesce a distrarlo con una scusa e, fingendo di assecondarlo, approfitta dell’esitazione di un istante e fugge via.
Viene inseguita anche all’esterno della struttura, ma riesce a trovare rifugio dentro la propria auto. A quel punto chiama il 112 e l’arrivo immediato dei carabinieri, che lo ritroveranno nascosto sotto il letto nella sua stanza.
Entrambi, separatamente, sono stati condotti in ospedale e, al termine degli accertamenti, per il 35enne si sono aperte le porte del carcere di Ferrara con l’accusa di violenza sessuale, mentre la ragazza è stata trattenuta in ospedale per accertamenti. Per lei 25 giorni di prognosi per le ecchimosi e ferite dovute alla colluttazione.
Il gip Silvia Marini ha convalidato l’arresto dell’uomo, difeso d’ufficio dall’avvocato Paolo Bicocchi, che si è avvalso della facoltà di non rispondere. Entro il mese dovrebbe tenersi il processo per direttissima a suo carico. Nel frattempo il 35enne rimarrà in carcere.