Bondeno
25 Giugno 2012
Un grido di aiuto giunge alla Zappaterra dalle famiglie di via Per Zerbinate

Biogas a Bondeno: “La misura è colma”

di Redazione | 3 min

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Bondeno. Del caso di Cleante Ravani se n’è occupata spesso la cronaca negli ultimi tempi, raccogliendo la protesta di una famiglia costretta a vivere accanto a quattro centrali biogas, quella di Bondeno, con tutti i disagi che ciò comporta. Ora, dopo innumerevoli tentativi di farsi sentire, la famiglia Ravani assieme ad altre famiglie della zona – quella di Lorenzo Zappaterra e di Mario Cattabriga – e a tutto il Comitato Arianuova di Bondeno, si rivolge direttamente alla presidente Marcella Zappaterra per chiedere “aiuto”.

Alla Zappaterra, tramite lettera, è arrivato l’invito “a venire nelle nostre case personalmente per verificare di persona ciò che sta accadendo e quello che stanno vivendo alcune famiglie di Bondeno che hanno la sfortuna di abitare in via Per Zerbinate, vicino alle quattro centrali a biogas”. “La misura è colma”, spiegano i firmatari dell’appello, aggiungendo di non riuscire più a vivere nelle loro case.

“Vivere in queste condizioni – aggiungono – non è più possibile e non è facile trasmettere la nostra disperazione e la nostra condizione attraverso una lettera o un documento. Le carte, per quanto scritte bene, non possono dare l’idea di come stiamo vivendo, anzi… di come ci è stata tolta la possibilità di vivere nelle nostre case”.

Nella lettera alla presidente della Provincia segue un elenco dei più recenti avvenimenti per far comprendere come “anche dopo le numerose segnalazioni e relative diffide dei vari enti, prima fra tutte la Provincia,  la situazione sia addirittura peggiorata”. Nell’elenco si riferisce di puzza insopportabile in diversi momenti della giornata, causa di irritazioni alla gola e tosse, ma anche di rumore notevole generato dai trattori che eseguono le operazioni di svuotamento del digestato liquido. Altro rumore olter la soglia, secondo i residenti della zona, sarebbe causato dal riempimento delle tramogge con il trinciato di mais prelevato dalle varie trincee, per alimentare gli impianti: “Tutto questo – dicono – si svolge con pale meccaniche che per farle funzionare sono costretti a tenere su di giri il motore con notevole disturbo per il ricettore n.1 (la famiglia Ravani dista a 40 metri dalle operazioni )”.

In alcuni momenti della giornata, inoltre, per le famiglie della zona sarebbe proibitivo uscire e rimanere seduti all’ombra “in quanto le mosche ed altri insetti sono presenti in notevole quantità”.

“Viviamo circondati da liquami a cielo aperto a pochi metri dalle nostre finestre – è il grido di allarme delle famiglie – assaliti da mosche e da insetti di vario genere. Persino i topi sono aumentati. Respiriamo tutto ciò che buttano fuori le torce (quattro tutte a ridosso delle abitazioni) e spesso in funzione per lunghi periodi. Oggi c’è l’emergenza terremoto. E’ la più importante, ed è sicuramente prioritario dare assistenza alle popolazioni colpite e affrontare questa terrificante situazione. Questo però non può essere motivo per dimenticare la nostra situazione”.

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