Bufala sul bimbo disabile
Finti nomi di avvocati: è l’anagramma di Giacinto Canzona

Giacinto Canzona
Uno scherzo di cattivo gusto, visto che il tema di cui si tratta appartiene alla realtà e non alla fantasia di un qualche matacchione, è entrato a far parte dei lanci di agenzia che ieri imperversavano sul caso del bambino disabile di Porto Garibaldi al quale sarebbe stata negata la comunione.
Un’agenzia nazionale riportava la notizia di due legali assoldati dalla famiglia del piccolo dai nomi – almeno il secondo – alquanto strambi: Antonio Ricci e Antigico Zannaco, del foro di Parma, annunciavano di voler ricorrere alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo per “per violazione della libertà religiosa”. Al ricorso si sarebbe aggiunto un esposto al Vaticano “per segnalare il grave ed inspiegabile comportamento della Curia locale”.
La bufala argomentava anche di diritto ecclesiastico, sostenendo che “l’ordinamento giuridico canonico non fa alcun riferimento né all’età né alla capacità di intendere e volere del soggetto che si appresta a ricevere il sacramento dell’Eucarestia” e sottolineando che “il minore in questione pur se affetto da grave disabilità motoria non è comunque giuridicamente totalmente incapace di comprendere il significato dell’istituto sacramentale”.
Tutto sensato, sensatissimo, fatta eccezione per quei nomi. Nomi che non compaiono assolutamente nell’albo degli avvocati di Parma. E quindi? A un più rigoroso esame si scopre che Antigico Zannaco altro non è che l’anagramma di Giacinto Canzona, l’avvocato divenuto famoso per le bufale mediatiche, prima su tutte quella della donna incinta che aveva perso il bambino dopo il naufragio della Costa Concordia. Svelato l’arcano ecco che anche “Antonio Ricci” diventa facilmente associabile al nome dell’ideatore di “Striscia la notizia”.
Non si sa ancora chi sia l’autore della bravata mediatica che potrebbe aver semplicemente sfruttato la notorietà di Canzona per emularne le “gesta”.