Lettere al Direttore
10 Marzo 2012

Scuole chiuse per neve, i dirigenti fanno chiarezza

di Redazione | 5 min

I Dirigenti Scolastici dell’Associazione delle Scuole Autonome Ferraresi, ASAFE, riuniti in assemblea hanno approvato il seguente documento:

Emergenza neve e servizio del personale scolastico

Le recenti nevicate che hanno interessato la nostra Provincia non hanno provocato disagi solamente dal punto di vista della viabilità e del traffico, ma hanno creato non poche difficoltà ai pubblici servizi e alle Scuole. Queste ultime hanno subito ripetute e prolungate interruzioni delle attività, a seguito delle Ordinanze emesse dalle Amministrazioni Comunali.

Su queste Ordinanze si sono scatenate polemiche, assolutamente incomprensibili, in merito ad interpretazioni, molto spesso interessate per non dire faziose, che alcuni soggetti hanno voluto sostenere.

Per chiarezza: in caso di ordinanza di chiusura le Scuole devono essere appunto chiuse, essendo l’ordinanza un atto imperativo, per cui, tutti a casa: studenti, docenti personale ATA, senza alcun recupero delle ore non prestate.

In caso di ordinanza di sospensione dell’attività didattica la Scuola sospende le lezioni ma non chiude, gli uffici restano aperti così come i servizi ausiliari, per cui gli studenti stanno a casa, ma i dirigenti e il personale ATA (amministrativi, ausiliari e tecnici) sono in regolare servizio. Anche i docenti restano a casa, ma non in tutti i casi, prestano infatti servizio per le sole attività non di insegnamento o funzionali all’insegnamento se precedentemente programmate (consigli di classe, scrutini, collegi, ecc.).

E qui scatta la prima polemica, innescata dalla FLC- CGIL ferrarese, che “diffida” i Dirigenti Scolastici ad assumere comportamenti discriminatori tra i lavoratori, penalizzando il personale ATA (qualora il provvedimento sia di sospensione delle attività didattiche) rispetto ai docenti, dimenticando, o facendo finta di dimenticare, due questioni fondamentali:

1. l’Ordinanza la emana il Sindaco in qualità di Ufficiale di governo e autorità di Protezione Civile; a questi compete la valutazione del tipo di provvedimento e del possibile rischio per la comunità. Il Dirigente Scolastico esegue il provvedimento secondo le disposizioni in questo contenute. Se è chiusura, si resta a casa, altrimenti si sospendono solo le lezioni;

2. la disparità del trattamento tra le categorie dei lavoratori, che vede il personale ATA in servizio e i docenti no nel periodo di sospensione delle attività didattiche, è frutto di precise indicazioni contrattuali, di quel Contratto Nazionale sottoscritto dalle sigle sindacali (FLC CGIL compresa) e non è un arbitrio dei Dirigenti Scolastici.

Non soddisfatta di questa prima esternazione, la FLC CGIL ferrarese ha inviato una successiva nota in cui si pretende che il personale docente e ATA, che non ha preso servizio nei giorni di sospensione delle attività didattiche o nei giorni di regolare attività, abbia il “condono” della giornata, senza nemmeno recuperare o prendere permessi, invocando le cause di forza maggiore previste dal Codice Civile. Ma i soggetti titolati a determinare le cause di forza maggiore non possono essere i singoli dipendenti, ma sono le istituzioni e le autorità alle quali leggi o contratti di lavoro assegnano questa prerogativa (per es. Sindaco e Prefetto per eventi atmosferici, Consiglio di Istituto per la riduzione oraria, Dirigente Scolastico per la sicurezza interna dell’Istituto, ecc.).

Come detto, solo la chiusura della scuola, disposta dalle autorità competenti, comporta il “condono” della giornata. In tutti gli altri casi, se assenti, si recupera o si prendono permessi. Ma è stato sempre così, è così oggi in tutta Italia. Perché a Ferrara invece non dovrebbe? Ricordiamo inoltre che una recente nota ARAN (n.50 del 25/05/2011) addirittura non riconosce il “condono” delle ore di lavoro non prestate nemmeno in caso di chiusura della scuola da parte del Sindaco, e costringerebbe al recupero anche in questo caso, quindi figuriamoci!

Per questa ragione, consigliamo al sindacato una lettura più attenta di quel CCNL che ha contribuito a sottoscrivere. Qualora il dipendente non abbia potuto raggiungere o ha raggiunto in ritardo il posto di lavoro per svariati problemi, può usufruire di un giorno di permesso retribuito per motivi personali oppure di ferie, se si sono già esauriti i tre giorni previsti dal contratto o, in caso del solo ritardo, di un permesso breve soggetto a recupero. Tutto questo non comporta alcuna penalizzazione, nè si ravvede in questo alcuna volontà discriminante o persecutoria. Non molte altre categorie di lavoratori godono di benefici analoghi. Questa posizione è analoga a tutti i dipendenti e, inoltre, equa e democratica, per rispetto e riconoscimento di quelli che, al contrario, si sono comunque presentati al lavoro, anche in condizioni precarie di viabilità, e non erano pochi.

Se la FLC CGIL di Ferrara non ha condiviso l’ordinanza dei Sindaci di sola sospensione (anziché di chiusura) allora avrebbe dovuto rivolgersi per protestare direttamente ai Sindaci stessi, anziché prendersela con i dirigenti scolastici o diffondere note con indicazioni sbagliate che creano solo confusione e discriminazioni tra i dipendenti stessi. Ma la realtà è un’altra.

La realtà è che purtroppo nel pubblico impiego sta prendendo piede una logica della prestazione al ribasso, della sempre minore assunzione di responsabilità, di scarsa considerazione del servizio pubblico, purtroppo assecondata anche da infelici prese di posizioni di autorevoli esponenti della politica e, in questo caso, del sindacato. Queste prese di posizione evidenziano e sostengono una mentalità al ribasso, del “tanto meno tanto meglio”, che ha contribuito e contribuisce, allo stesso modo dei tagli delle risorse, ad affossare la scuola pubblica.

Anziché contrastare questa posizione e battersi per un lavoro più serio, più qualificato e maggiormente riconosciuto, qualcuno cavalca l’onda emotiva pensando ai propri interessi per ottenere facili consensi, quasi che il problema non tragga origine da una posizione politica, per la quale si nutre rispetto come per qualsiasi altra posizione di organizzazioni sindacali, ma da un preconcetto ideologico e da una posizione antagonista presente in singoli soggetti sindacali presenti a Ferrara (non ci risultano infatti note simili della FLC CGIL nelle altre province).

Mentre con una faccia si cercano collaborazione e dialogo, con l’altra non si perde occasione per attaccare chi si assume la responsabilità di gestire situazioni complesse, comunque delicate, sempre spinose.

Correttezza e coerenza presupporrebbero altri comportamenti. Comportamenti necessari se si vuole veramente investire sul servizio pubblico di istruzione.

Per i dirigenti scolastici Asafe

Il presidente Mauro Borsarini

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