Cronaca
20 Gennaio 2012
A processo due coniugi carabinieri tra denunce e inchieste collegate

La Guerra dei Roses all’ombra dell’Arma

di Marco Zavagli | 3 min

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Un matrimonio ormai naufragato. Denunce reciproche. Processi paralleli e inchieste trasversali. In comune ormai i protagonisti di questa storia sembrano avere solo la divisa. Quella della Benemerita. Lei è maresciallo dei carabinieri. Lui appuntato. Entrambi lavorano a Ferrara, anche se in sedi diverse.

La loro storia ricorda per certi versi il celebre film “La guerra dei Roses”, se non fosse che la tragicità del reale non lascia troppo spazio alla commedia brillante orchestrata sul grande schermo da Danny De Vito.

Ieri si è aperto il processo che vede imputato l’appuntato, Christian Giuseppe Mussari, già di stanza a San Bartolomeo in Bosco, per tutta una serie di reati che sarebbero stati commessi nella seconda parte di ottobre 2010. Mussari si sposò con il maresciallo Maria Concetta Rollo – prima in servizio presso la procura di Ferrara come ufficiale di polizia giudiziaria e successivamente in forza alla stazione di Porotto – il 25 agosto dello stesso anno. La coppia però naufraga dopo pochissimo tempo. Secondo l’accusa lui sarebbe stato accecato dalla gelosia, tanto da porre in essere una serie di comportamenti che gli valgono oggi più di un capo di imputazione.

A partire dalla tentata estorsione, per cercare di ottenere condizioni di favore in sede di separazione, per arrivare ai maltrattamenti in famiglia, consistiti per lo più in frasi ingiuriose, offese e intromissioni nella sfera privata della moglie. In mezzo ci sono anche la violazione degli obblighi di assistenza familiare, la violenza privata (per costringerla a fargli leggere la sua posta personale), la violazione della posta elettronica, la sostituzione di persona (per aver creato un account facebook a nome della donna), la minaccia aggravata (per aver promesso di rovinarla raccontando ai suoi superiori di presunte condotte indecorose) e infine la diffamazione (per aver riferito a colleghi di supposti rapporti extraconiugali).

A queste si era aggiunto in fase di indagini anche il furto con strappo, per averle preso il cellulare per controllare chiamate e messaggi. Questa ipotesi di reato però cadde già in udienza preliminare, dove il militare venne prosciolto da quest’altra accusa.

Ieri, davanti al giudice Alessandro Rizzieri, si è aperto il dibattimento, con l’ammissione delle prove delle parti e la costituzione di parte civile della persona offesa (assistita dall’avvocato Erminia Imperio, del foro di Pisa). Tra queste anche le liste testimoniali di pm, parte civile e difesa (sostenuta dall’avvocato Francesco Pagliuso del foro di Lamezia Terme), che vedono un elenco composto anche da alti ufficiali dell’Arma.

“Sono assolutamente certo – commenta l’avvocato Pagliuso – che la produzione dei documenti accolta oggi varrà ad escludere, dopo quella del furto già caduta davanti al gup, anche tutte le altre accuse nei confronti del mio assistito”. In attesa della prossima udienza, fissata in marzo, il difensore fa notare anche un altro aspetto: “la moglie ha querelato il marito solo dopo che lui fece rapporto, senza denunciarla, per l’arma che si vide puntare in faccia”.

Già perché anche l’odierna parte lesa è stata portata davanti al giudice. A fine mese, infatti, si terrà il processo che vede i due coniugi (praticamente ex) vestire il ruolo opposto. Lui sarà parte offesa nel procedimento che vede lei imputata di minacce aggravate, per avergli puntato contro la pistola d’ordinanza.

Ma la diatriba, legale, non è ancora finita. Maria Concetta Rollo ha denunciato anche un collega del marito per falso e diffamazione (accuse cassate dalla sentenza di non luogo a procedere del gup contro cui l’avvocato Imperio ricorrerà in Cassazione e alla quale potrebbe seguire l’accusa di calunnia a carico del maresciallo) ed è parte lesa in un altro procedimento per abuso di ufficio, mobbing e falso ancora al vaglio della procura.

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