Politica
23 Dicembre 2011
Tagliani: “Abbiamo chiesto sacrifici, ma con equità e rigore”

Bilancio approvato

di Redazione | 3 min

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Con 24 voti a favore, 6 contrari e 8 astensioni il consiglio comunale di Ferrara ha approvato il bilancio di previsione 2012. Al termine della terza giornata di lavoro hanno alzato la mano per votare a favore i gruppi Pd, IdV, Sa, Psi/Pri. Pollice verso invece per PpF, PdL, Giovanni Cavicchi della Lega Nord, Prc-Pdci. Sono 8 invece i voti di astensione (Fli, Liberi e forti, Misto, Io amo Ferrara e – questa la particolarità – Francesca Cavicchi della Lega Nord.

Nel corso della seduta, aperta con la fase delle dichiarazioni di voto, sono intervenuti i consiglieri Enzo Durante (Psi/Pri), Daniele Civolani (Sa), Valentino Tavolazzi (PpF), Francesco Rendine (Fli), Giorgio Dragotto (Lf), Giorgio Scalabrino Sasso (Idv), Luca Cimarelli (Pdl), Giovanni Cavicchi (Lega nord), Mirko Brancaleoni (Io amo Ferrara), Francesca Cavicchi (Lega nord), Irene Bregola (Prc-Pdci), Silvia Pulvirenti (Pd).
Duri gli interventi di Irene Bregola, che ha definito “criminale” la manovra Monti, e di Valentino Tavolazzi, che ha parlato di “macelleria sociale”: “la scelta delle aliquote da parte delle amministrazioni comunali dipende dal livello della spesa corrente. Là dove sono stati attivati meccanismi virtuosi di riduzione del debito e della spesa, l’equilibrio di bilancio può ottenersi con aliquote più basse delle ordinarie, i Comuni meno virtuosi saranno invece costretti ad applicare aliquote più alte, fino ai massimi di legge. Ciò che accade a Ferrara”.

In chiusura il presidente del consiglio Francesco Colaiacovo ha annunciato le dimissioni della consigliera del Pd Erika Alberghini.

Nel corso del dibattito è intervenuto anche il sindaco Tiziano Tagliani, che ha parlato di “bilancio straordinario”, perché “mette assieme i tagli del scorso anno di 11 milioni di euro, ai tagli della manovra ordinaria che erano di 12 milioni e mezzo più i cinque della manovra Monti: ciò significa che per le spese correnti abbiamo 28 milioni di euro in meno in un bilancio che è intorno ai 100 milioni di euro di spesa corrente”.

“Questi tagli – sostiene il primo cittadino – avrebbero significato la chiusura di una parte rilevante dei nostri servizi se non avessimo operato scelte necessarie a resistere in  una fase di grande difficoltà e con  i tanti problemi a cui dobbiamo dare risposta. Abbiamo dovuto chiedere un sacrificio alla città,  ma l’abbiamo fatto rispettando  criteri di equità e rigore, con attenzione alle categorie più deboli. Per questo abbiamo scelto di non aumentare le tariffe dei servizi a domanda individuale, di non toccare la tassazione sulla prima casa e di non introdurre la tassa di soggiorno. Anche l’aumento delle aliquote di compartecipazione all’addizionale Irpef è stato introdotto con un innalzamento progressivo (siamo uno dei pochi Comuni ad aver attuato tale scelta) a seconda degli scaglioni di reddito per salvaguardare, nella misura massima possibile,  i redditi più bassi”.

Tagliani si è soffermato anche sul consenso quasi bipartisan ricevuto dalla relazione di Marattin, da cui ne trae un  duplice segnale: “il primo riguarda l’attenzione verso un momento assolutamente straordinario che va nella logica della corresponsabilità, il secondo quello di una larga condivisione delle azioni (messe in atto dal 2009) relative alla contrazione della spesa, ai tagli dei costi della politica, alla  riduzione della spesa sia corrente sia degli investimenti”.

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