Bondeno
17 Ottobre 2011
Incontro tra ingredienti alla fiera di Bondeno

Il pane di Panarea si sposa

di Redazione | 3 min

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Bondeno. Il pane di Panarea si sposa con lo speck e con il melone. Visto che per la prima volta i principali produttori di quest’ultimo frutto sono stati radunati ad un convegno, organizzato nel cuore di Panarea (la fiera dei prodotti cerealicoli) da Adriano Facchini.

Il quale ha moderato sabato sera un convegno in pinacoteca, in cui si è parlato del settore e della filiera, alla presenza del cavalier Paolo Bruni (Cogeca) e del chimico degli alimenti, Vincenzo Brandolini. Il quale ha parlato del nuovo tipo di pane (“della salute”) adatto alle persone che soffrono di ipertensione arteriosa, e che verrà prodotto sul territorio dal panificio Vassalli.

Il pastificio Andalini ha lanciato, invece, proprio a Panarea, la pasta alle ortiche, altro frutto spontaneo rivalutato per l’alimentazione del futuro. Il pane della salute nasce da un processo di ricerca e innovazione portato avanti con l’Università e con il concorso dello stesso Brandolini. Gli omega 3 e 6 e altre fibre che tutelano la flora intestinale sono alla base di questo pane del benessere. “Favorendo la microflora intestinale buona e svantaggiando quella non buona, prevenendo patologie dell’apparato cardiovascolare.” Anche un settore in crisi come la coltivazione della pera ha avuto un suo spazio, con la presentazione di dolci a base del prelibato frutto: si chiamerà “perizia”. Assieme al pane e al melone, vi è lo speck. “Per un pasto che come proprietà nutrizionali può dirsi di fatto completo”.

Si entra poi nel pratico, con gli interventi di Castelli e Ivana Bergamini. Tutte le fasi della produzione dello speck sono controllate, dall’alimentazione e dal trattamento del suino, che viene condotto con tutti i controlli e nel rispetto dell’animale alla macellazione, alla fase della stagionatura. “Rispettando una serie di norme molto rigorose”, dice Bergamini, per garantire un prodotto di massima qualità (per uno speck Igp). In sala anche molti agricoltori produttori di melone di tre province, il principale produttore di aceto balsamico della zona.

Il responsabile commerciale Baratta di un’azienda parmense, la United Genetics, una società che ha sede in America, parla del commercio di sementi per quanto riguarda meloni, angurie, pomodori, cetrioli e altri orticoli, che ha un mercato esteso a livello internazionale. In termini di sapore, spicca la “prismatica”, di alta qualità di polpa, contenuto zuccherino e antiossidanti naturali; l’esmeralda, una media anguria dal peso che oscilla dai 3 ai 5 chilogrammi, precocissima nella maturazione (anticipa di dieci giorni le solite e vanta un’ottima produttività rispetto alle mini-angurie). Oltre alla “mini-blu”, un marchio registrato che si distingue per le particolari tonalità. Sul campo del melone, la star pare il “blu boy”, per la sua media conservazione e la retatura senza solcature. L’onorevole Bellotti (sottosegretario al welfare e al lavoro), si ricollega alle nuove esigenze di settore. Il quale tocca inevitabilmente l’argomento della crisi: “Ce la possiamo fare partendo dalle campagne e dai nostri prodotti per dare un valore aggiunto. E’ un momento di sofferenza sul piano del lavoro, ma abbiamo salvato 700mila posti e stiamo approntando strumenti per favorire le assunzioni: abbiamo appena varato una legge per agevolare l’assunzione dei giovani nell’artigianato.

Il 22-23% dell’occupazione riguarda il settore agroalimentare, uno dei motori del nostro paese.” Bruni diceva che la nostra cucina, con quella cinese e francese è la più nota del mondo, ma ci “dimentichiamo che molti dei marchi sfuggono alla certificazione del vero made in Italy nel mondo; più che nei marchi, negli Igp ecc. credo di più nella qualità nazionale italiana. La produzione agroalimentare italiana è fatta di piccoli e piccolissimi soggetti che non hanno da soli la forza per poter sostenere la competizione. Il sistema paese deve poter essere valorizzato per poter vincere la sfida della globalizzazione”.

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