di Federica Ruggeri
“A seguito dell’esito referendario del 12 e del 13 giugno, che ha visto la maggioranza degli elettori schierarsi a favore della ripubblicizzazione del servizio idrico, il Comitato Acqua Pubblica di Ferrara propone le azioni concrete da compiere sia a livello locale che nazionale per dare risposte coerenti alla scelta effettuata da milioni di italiani”. Questa le motivazioni del Comitato Acqua Pubblica di Ferrara espresse dai suoi rappresentanti – Marcella Ravaglia, Davide Scaglianti e Daniela Albano – che ieri mattina hanno incontrato i giornalisti.
Come primo punto, il Comitato chiede l’immediata eliminazione nella tariffa idrica della remunerazione del capitale investito. “Chiediamo ai sindaci – ha affermato Marcella Ravaglia – che presentino presso Ato6 la richiesta di riduzione delle tariffe, e che, al tempo stesso, Ato6 mantenga gli investimenti previsti, per i quali gli utenti hanno già pagato attraverso la bolletta dell’acqua”.
“In secondo luogo – ha spiegato Ravaglia – la richiesta da parte del Comitato di intraprendere un percorso locale di ripubblicizzazione, attraverso la proposta alle amministrazioni di modifica degli statuti comunale e provinciale, affinché l’acqua venga definita come bene comune la cui gestione deve essere affidata a soggetti di diritto pubblico. Inoltre proponiamo – ha proseguito – che per tutti i comuni dove il gestore è attualmente Hera spa si proceda allo scorporo del ramo acqua e conseguentemente se ne avvii la trasformazione in azienda speciale consorziale; per i comuni dove il gestore è attualmente Cadf Spa, che si avvii la trasformazione della società di capitali in azienda speciale consorziale”.
Un ulteriore aspetto riguarda l’avvio del percorso di ripubblicizzazione anche a livello nazionale, riprendendo in mano la proposta di legge di iniziativa popolare promossa dal Forum sull’acqua ancora nel 2007. “L’obiettivo – ha detto Ravaglia – è quello di giungere a una normativa nazionale che preveda la realizzazione di un modello di gestione pubblico-partecipata, mediante affidamento ad un soggetto giuridico di diritto pubblico, con caratteristica di azienda improntata a criteri di economicità, efficienza, trasparenza e partecipazione. Riteniamo fondamentale partire da questa proposta – ha sottolineato Ravaglia – perché i principi ispiratori sono gli stessi dell’iniziativa referendaria che ha visto raccogliere il consenso della maggioranza del Paese”.
“L’ultimo punto – ha aggiunto Davide Scaglianti – prevede un Piano straordinario di investimenti nel servizio idrico che ritorni al finanziamento pubblico, attraverso la costruzione di un nuovo meccanismo tariffario e il ricorso sia alla finanza pubblica che alla fiscalità generale, nell’unico quadro possibile di una nuove gestione pubblica del servizio. Le risorse – ha proseguito Scaglianti – possono essere reperite attraverso la lotta all’evasione fiscale, la riduzione delle spese militari, una tassa di scopo sulle bottiglie di plastica. Il piano straordinario di investimenti che proponiamo – ha sottolineato Scaglianti – produrrebbe anche un incremento di circa 200.000 posti di lavoro nei prossimi anni”.
“Infine chiediamo – hanno concluso Davide Scaglianti e Daniela Alboni – che questi primi passaggi che seguono l’esito referendario avvengano con la consultazione degli appartenenti al movimento popolare dell’acqua, che è numeroso e vuole partecipare”.
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