Lettere al Direttore
19 Gennaio 2010

17 gennaio ovvero Sant’Antòni dal Busghìn

di Redazione | 2 min

Sant’Antonio Abate, Sant’Antòni dal busghìn, del maiale: una delle feste della cultura, della tradizione popolare e della civiltà contadina tutte nostre e più amate nei tempi passati che, ormai, è entrata a far parte di quelle entrate nel dimenticatoio.
Si riferisce al 17 di gennaio, detto anche il giorno del Befanone, dal Vción, e segna un momento dell’anno in cui visibilmente le giornate appaiono allungate (par Sant’Antòni ’n’óra bòna ), un piccolo anticipo, insieme con le gemme già da tempo sui nudi rami degli alberi, della bella stagione, la primavera, che a breve, arriverà.
Allora, proprio per non dimenticare di ricordare, si propone, a seguire, una simpatica filastrocca, ’na zzirudèla insomma, tra le più vecchie e popolari conosciute, quelle per intenderci, che ci affabulavano i nostri nonni ( o bisnonni, perché, no? ) e che è riportata – magari con qualche variante – in quei libricini che l’editore Sandron emanò nel 1925, intitolati A l’ombra dal Castèl, un po’ sussidiari, un po’ libri di lettura, ad uso dei bimbi delle classi elementari di allora.
Su quei bei testi d’antan scrissero alcuni tra i più grandi autori dialettali, alcuni Padri della cultura di casa nostra – talvolta firmandosi con uno pseudonimo, uno scutmài – come Don Artemio Cavallina (Ypsilon), Franz Blitz, al Chichétt da Frara (il Conte Francesco Aventi), per non citarne che alcuni. Dell’ultimo nominato, piace riportare, più sotto, Al vción, un sonetto in tema tratto, per l’appunto, da A l’ombra dal Castèl.

“Sant’ Antòni
dal busghìn, chi an gh’è pan
e chi ‘n gh’è vin: chi ‘n gh’è
légna da brusàr, sant’ Antòni,
cóm égna da far?”.

AL VCIÓN

Èco, a són chi da vu, mié car putìn,
con la mié zzésta pìna ’d bèi regài;
scàtul, trumbétt, tambùr e buratìn,
cavài, suldà, putòzz e portogài.

Tutt i ann a són gnu zó par al camin,
par purtàrv tutt ’st’il còs, tutt ’st’i bagài,
ma arcurdèrv, i mié fió, se an stè bunìn,
che av purtarò ’n altr’an un par ’d sunài.

Dóncana in cà badè d’éssar ubdiént,
e d’an far arabìr màma e papà,
se a vlì che al Vción ’st’altr’ann al v’àbia in mént.

E adéss tulì i calzìtt, varzì i buslòtt;
a spèr che tuti a rastarì cuntént…
a tórn su pr’al camìn…Oh, bonanòtt!

Maria Cristina Nascosi Sandri

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com