Amsef, continua lo stato di agitazione
Continua lo stato di agitazione voluto dai sindacati per Amsef anche dopo l'incontro di lunedì 22 dicembre nel quale si è discussa la procedura di raffreddamento sulla vendita delle quote
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Quattro massimi dirigenti del petrolchimico sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla procura di Ferrara. Non solo, la pm Mariaemanuela Guerra aveva richiesto al gip Monica Bighetti anche il sequestro di quattro torce, due di Basell e due di Yara. Una richiesta respinta ma che non ha fatto demordere la pm, che lunedì tornerà all’attacco avanzando identica istanza al magistrato del Riesame.
La notizia è riportata nella cronaca di ieri dell’edizione locale del “Carlino”. Tutto ha inizio un paio di anni fa, dopo le segnalazioni giunte dai residenti nei pressi del petrolchimico ferrarese: rumori, torce accese nella notte, paura. Per discernere il confine tra sistema di emergenza e sicurezza della popolazione la procura ha aperto un fascicolo, incaricando un consulente romano “di studiare – si legge sul giornale – il meccanismo di accensione del fuoco e accertare il perché di situazioni frequenti, vista la loro catalogazione e qualifica di «elementi di emergenza». Non solo. Lo stesso doveva chiarire se le sostanze emesse nell’aria fossero inquinanti per la salute e, in tal caso, stabilire quali le eventuali violazioni ambientali”.
Dalla consulenza sarebbe emerso che i camini sotto accusa “non venivano accesi – prosegue la ricostruzione del ‘Carlino’ – solo in casi eccezionali e per motivi di emergenza come dovrebbe essere, ma in diverse occasioni probabilmente per smaltire rifiuti gassosi in atmosfera”.
Dopo quelle conclusioni la pm Guerra arriva a chiedere il sequestro preventivo delle torce e iscrive sul registro degli indagati per emissioni in atmosfera non autorizzate ed emissioni pericolose Massimo Covezzi e Augusto Orazietti, presidente e vice di Basell, Willems Dionys e Hans Hugo Goossens, vertici di Yara.
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