Mafia nigeriana. Ultimo atto in Cassazione
Si avvicina l'ultimo atto della vicenda processuale nata dalla maxi-inchiesta sulla mafia nigeriana a Ferrara
Si avvicina l'ultimo atto della vicenda processuale nata dalla maxi-inchiesta sulla mafia nigeriana a Ferrara
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dell'Ausl di Ferrara, condannandola a pagare 366.890 euro come risarcimento dei danni nei confronti dei famigliari di Cristiano Turati, il 46enne morto - il 20 ottobre 2016 - dopo il ricovero all'ospedale del Delta di Lagosanto
La Comune di Ferrara sostiene Cittadini del mondo e parteciperà all’assemblea del 7 maggio alle 18 ricordando che già dal 1993 "la città è diventata più internazionale e colorata"
Per capire come prevenire la contaminazione da Pfas, i gruppi territoriale e consiliare del Movimento 5 stelle hanno organizzato un incontro dal titolo “Acque contaminate: contro l’inquinamento da pfas per un ambiente sostenibile”, che si terrà venerdì 9 maggio nella sala refettorio di via Boccaleone 19
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Un nuovo processo. È in estrema sintesi quello che chiedono le difese dell’Appello Aldrovandi. Gli avvocati Michela Vecchi, Giovanni Trombini, Gabriele Bordoni e Piersilvio Cipolotti, al termine della lettura delle motivazioni del ricorso contro la sentenza di primo grado, hanno chiesto ai giudici Magagnoli, Oliva e Ghedini di chiedere una nuova perizia che dirima la questione sull’assunto sul quale si basa la condanna di primo grado: la morte di Federico sarebbe avvenuta per lo schiacciamento del fascio di His, alla quale ha contribuito la compressione toracica esercitata dagli agenti.
Sul punto viene chiesto anche un confronto diretto sull’incisione della parte di cuore fatta in sede di autopsia: si vorrebbe quindi risentire nella modalità della cosiddetta cross examination il consulente di parte civile Zanzi e i consulenti della difesa Lumare e Montaguti: gli ultimi due affermano di aver inciso la lesione alla presenza di Zanzi, che in dibattimento disse di non averlo notato.
Altra richiesta che potrebbe allungare i tempi del processo di secondo grado è quella di risentire il residente di Via Aldighieri che chiamò il 113 per l’intervento immediatamente precedente a quello in via Ippodromo: “alla polizia ha detto di aver visto due agenti uomini – spiega l’avvocato Trombini -; non può trattarsi dell’equipaggio di Alfa 2 con a bordo la Segatto: per noi vuol dire che c’erano tutti e quattro in quel momento in via Aldighiri”. Circostanza questa che sposterebbe di qualche minuto l’arrivo nel luogo dove era Federico e di conseguenza accorcerebbe la durata della colluttazione.
Un’altra istanza vuole un sopralluogo in via Ippodromo “per verificare la disposizione delle case dei residenti – chiarisce l’avvocato Vecchi –, per verificare le voci sentite da alcuni residenti”. “In particolare – entra nello specifico l’avvocato Trombini – c’è da acclarare la testimonianza resa da Fogli, che non distingue le parole di due agenti che parlano in tono normale e invece percepisce il “basta” soffocato che attribuisce a Federico”.
È stata richiesta inoltre l’acquisizione della perizia Rapezzi, non accolta in primo grado, con allegate le foto degli in gradimenti della sezione del cuore del ragazzo. Si tratta delle foto che, in formato ridotto, esaminò il professor Gaetano Thiene per identificare la causa del decesso.
Tutte richieste per le quali il procuratore generale Miranda Bambace ha chiesto il rigetto nella sua requisitoria, sostenendo che si tratta di “prove già acquisite in sede di fase istruttoria nel processo di primo grado”.
La Corte d’Appello deciderà nel merito domani mattina.
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