Un comitato contro la trivellazione del territorio
Da Masi Torello la preoccupazione per il fenomeno della subsidenza

Nella foto generica, il fenomeno della subsidenza
Masi Torello. Da qualche giorno sono iniziate nelle campagne attorno a Ferrara le operazioni di ricerca di giacimenti di metano da parte di una società statunitense, la Aleanna Resources. Il territorio interessato è molto vasto, riguardando i comuni di Ferrara, Copparo, Formignana, Masi Torello, Voghiera e Ostellato. In questa prima fase la società ha costruito una cartina mineraria del sottosuolo creando dei micro terremoti con particolari camion. Tutto avviene con l’autorizzazione data dal Ministero dello Sviluppo Economico e dalla Regione.
E’ previsto che questa attività possa creare danni alle tubazioni o alle strade, tanto che la società stessa promette già il risarcimento degli stessi. Non è tuttavia per questi disagi che alcuni cittadini hanno promosso un comitato per uno sviluppo sostenibile del territorio, da nome “Trivelle? No Grazie”, “ma per quel che potrebbe succedere se i risultati delle analisi confermassero, come appare probabile – spiegano alcuni cittadini che si sono interessati al problema, Simonetta Renga e Alberto Avio -, l’esistenza di una sacca di metano. In questo caso, infatti, scatterebbe la fase due, che prevede la trivellazione del suolo fino a 3000/3500 metri per aprire un pozzo sperimentale e poi, dimostrata l’economicità – per gli americani – dell’estrazione si arriverebbe alla fase tre: la messa in opera dei pozzi di estrazione”.
“Quale sarebbe il risultato dell’analisi costi/benefici per il territorio e la popolazione?”, si chiedono i componenti del nascituro comitato: “lo Stato percepirà una percentuale irrisoria (il 10% del prodotto sulla parte eccedente i 25 milioni di m3 annui); gli enti locali pressoché niente; alcuni cittadini saranno espropriati dei propri terreni; chi avrà i terreni confinanti con i pozzi probabilmente non potrà continuare nella produzione agricola di qualità che caratterizza il territorio”. Ma, soprattutto, “tutta la zona – imprecisata nella sua estensione, dipendendo dalla grandezza della sacca di metano – si vedrà sottoposta all’accelerazione del ben noto fenomeno della subsidenza, ovvero il processo di abbassamento della superficie terrestre causato da cambiamenti che avvengono nel sottosuolo”.
I referenti del comitato segnalano che secondo il Secondo il servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia Romagna, numerosi studi eseguiti negli ultimi decenni sulla subsidenza in Pianura Padana hanno consentito di capire che i valori di subsidenza elevati che si riscontrano nel nostro territorio sono da attribuire al massiccio prelievo di fluidi dal sottosuolo (acqua e idrocarburi).
Queste preoccupazioni prenderanno voce sabato 16 aprile alle 17,30, nella sala della Biblioteca del Comune di Masi Torello, dove verrà presentato il comitato “Trivelle? No grazie. Comitato per uno sviluppo sostenibile del territorio” che si propone l’obiettivo di “informare la popolazione e sollecitare Regione e Provincia a non concedere il permesso alla trivellazione del territorio”.
“Dire no ad uno sfruttamento incompatibile con la struttura del territorio non è impossibile – assicurano Avio e Renga -: dall’altra parte del Po la provincia ed il comune di Rovigo dapprima favorevoli alla ricerca di metano, anche sollecitata da migliaia di firme di cittadini è tornata sui suoi passi trasmettendo un parere negativo alla Regione Veneto”.