Cronaca
15 Dicembre 2010
Ai domiciliari Giorgio Baruffa con l’accusa di corruzione finalizzata alla rivelazione di segreto d’ufficio

Commercialista ferrarese in manette per il crac della Rimini Yacht

di Redazione | 1 min

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Noto professionista ferrarese arrestato nell’ambito dell’inchiesta “Rimini yacht”, sorta dopo il crac della società dell’armatore bolognese Giulio Lolli (introvabile da mesi). Dopo il primo fascicolo aperto presso la procura di Rimini per appropriazione indebita e truffa, un secondo se n’è aggiunto grazie all’attività della procura di Bologna, incentrata sull’ipotesi di corruzione di alcuni militari delle Fiamme gialle di Bologna.

Proprio quattro figurano tra le sei persone state arrestate tra lunedì e ieri dagli inquirenti sulla base di un’ordinanza del gip Pasquale Gianniti su richiesta del pm Antonella Scandellari.

In manette, insieme al ragioniere Alberto Carati e ai quattro militari che nel 2009 svolsero una verifica fiscale sulla società, figura anche il commercialista ferrarese Giorgio Baruffa, 60 anni, consulente della “Rimini yacht”.

I sei si trovano ora ai domiciliari con l’accusa di corruzione finalizzata alla rivelazione di segreto d’ufficio. Secondo la procura, la verifica fiscale non solo fu pilotata, ma fu uno stratagemma escogitato da Lolli con la mediazione dell’ex generale della Gdf Angelo Cardile (che si è suicidato l’1 luglio durante una perquisizione per questa vicenda): una verifica positiva avrebbe spalancato le porte, secondo gli inquirenti, a una certificazione di una situazione finanziaria buona, mentre invece la società era in crisi.

Oggi è atteso davanti al gip l’interrogatorio di garanzia del commercialista ferrarese.

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