Attualità
4 Ottobre 2023
Massimo Marchesiello: "Voglio una prefettura aperta, visibile e punto di riferimento per la cittadinanza". Centrale anche il lavoro in Gad

Il nuovo prefetto di Ferrara si presenta. Accoglienza, caporalato, movida e violenza sulle donne già sul tavolo

di Redazione | 3 min

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di Pietro Perelli

“Voglio una prefettura aperta, visibile e punto di riferimento per la cittadinanza”. Lo dice il nuovo prefetto di Ferrara Massimo Marchesiello nella prima conferenza stampa dopo il suo insediamento nella giornata di lunedì 2 ottobre. Un incontro organizzato a seguito di quelli avuti con il sindaco Alan Fabbri , “che conosco da quando era sindaco di Bondeno” e con il vescovo Gian Carlo Perego. Tra i primi incontri avuti anche quelli con le principali autorità militari e politiche, il presidente della provincia e diversi sindaci del territorio.

Con il vescovo in particolare ha avuto  discussione incentrata sull’accoglienza nel corso della quale è stato confermato “un rapporto di collaborazione stretto e continuo” con Perego, molto attento alle questioni legate all’immigrazione anche vista la sua storia. Molto attento e con grande esperienza anche il neo prefetto vista la sua permanenza sui territori di Trieste, Gorizia e Udine centrali nella “Rotta Balcanica”. Quello da svolgersi a Ferrara sarà invece un lavoro più “simile a quello svolto a Vicenza” dove i migranti arrivano attraverso il sistema di redistribuzione. Ora nel territorio provinciale “non risultano situazioni particolarmente critiche”, ma Marchesiello si è già prefissato “un incontro con gli enti gestori”.

Centrale anche il lavoro in Gad “dove andrò a farmi un giro” e dove “penso e spero che la situazione sia cambiata in meglio”. Una zona che conosce bene Marchesiello anche per la vita da pendolare. Dopo la prima esperienza a Ferrara tra il 1999 e il 2011 questa è rimasta la sua “città di adozione” tanto da avere qua la famiglia.

“Importante valorizzare il sistema di videosorveglianza” in particolare “con le forze dell’ordine con organico sempre più ridotto”. L’utilizzo di immagini, a Ferrara come in provincia, può essere infatti molto utile alle indagini interne al territorio o esterne tracciando gli spostamenti veicolari o immagini facciali.

Sulla movida invece il prefetto pensa che si debbano “assecondare flussi nomadi dei ragazzi” concentrati in alcune zone della città. Serve quindi trovare modalità efficaci di gestione del problema. Mentre una delle attività che vorrà proporre nelle scuole riguarda l’educazione stradale, in ogni caso Marchesiello vorrà “incontrare tutti i dirigenti scolastici”.

Altro dossier aperto sul tavolo del prefetto è quello del lavoro con attenzione “specifica sul caporalato e lo sfruttamento” ma anche con la consapevolezza che la prefettura è “il primo interlocutore dei sindacati” in caso di vertenze. Già nelle passate esperienze friulane Marchesiello racconta di come “in collaborazione con Cartitas che aveva aperto i suoi punti di ascolto” e con la Fondazione Friuli si era riusciti ad aiutare “famiglie in difficoltà”.

Infine il prefetto Marchesiello sottolinea la volontà di combattere la violenza tra le mura domestiche, “un argomento pesantissimo”, per cui si deve lavorare su più fronti partendo dal “protocollo di intesa già avviato” dal predecessore. Fondamentale infatti la “sensibilizzazione”, all’interno delle forze dell’ordine come tra i medici e gli infermieri e tra gli organi di stampa. Spesso infatti non si arrivano a denunciare casi di violenze per mancanza di empatia o di comprensione tra vittima e soccorritore ma troviamo anche casi dovuti alla possibilità di indigenza da parte di chi denuncia.

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