Spettacoli
1 Ottobre 2023
A Internazionale l'attrice e autricde Luisa Merloni si prende gioco della famiglia retta dall'uomo e anche del femminismo

Patriarcato: ridiamoci su

di Redazione | 3 min

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Quest’anno la rivista Internazionale festeggia i suoi primi trent’anni a Ferrara e quale miglior modo di celebrare questo compleanno se non con un ciclo di incontri all’interno della tre giorni estense dedicati a trenta parole, lo strumento che usiamo per dare forma al quotidiano e, forse proprio per questo, date a volte per scontate.

Una di quelle scelte dalla redazione di Internazionale è ‘Patriarcato’, affrontata nell’incontro di venerdì sera nel Cortile del Castello Estense attraverso una prospettiva insolita e intelligente: un assolo di stand-up comedy di e con Luisa Merloni, attrice e autrice romana che – fra le altre cose – ha partecipato a “Propaganda Live” su La7.

Chi si aspettava di poter parlare di un sistema (non solo) sociale oppressivo ridendone? E ridendo anche del femminismo. Luisa Merloni lo ha fatto perché, come ha confessato al pubblico che riempiva il Cortile del Castello, “in questo Paese oggi abbiamo una destra che vuole fare egemonia culturale e quindi la sinistra può finalmente occuparsi di intrattenimento”, tra uno spritz e un fine settimana a Capalbio, riservandosi al massimo qualche ritaglio di tempo per “aiutare Walter Veltroni con la sceneggiatura del suo ultimo film”.

Luisa dipinge il Patriarcato come un personaggio laido e viscido, mentre il Femminismo è quella voce interiore sempre pronta a criticare e a non lasciartene passare una. Entrambi non fanno bene all’autostima delle donne. La soluzione: non prendersi troppo sul serio.

Cosa succederebbe se un giorno per caso una donna nubile incontrasse Aristotele in metropolitana a Roma? Il grande filosofo le rivelerebbe finalmente come uscire da questa crisi epocale che sembra il mondo intero stia vivendo: “Un messaggio per l’umanità”? No, in un inglese stentato e scolastico, intanto le chiederebbe di non chiamare le autorità perché è un ‘irregolare’ e poi le rivelerebbe che, in quanto non sposata e senza figli, la catastrofe ecologica, sociale ed economica è tutta colpa sua e delle altre come lei perché hanno “sovvertito l’ordine naturale delle cose”.

E allora se l’appello per gli uomini è: “Le donne vi sfuggono? E lasciatele andare! Tanto guardandoci indietro nei secoli… Non vi siamo mai piaciute!” Alle ‘sorelle’, invece, Luisa rivela che l’unico vero atto rivoluzionario al giorno d’oggi, l’unico modo per “assaltare il Palazzo d’Inverno” del patriarcato è farlo “dall’interno”: “Dobbiamo sposarci! Per avere meno a che fare possibile con gli uomini dobbiamo sposarci!”

Luisa è riuscita a farci ridere delle idiosincrasie del movimento femminista, degli stereotipi di genere e di problemi molto seri, che sembrano aggravarsi invece che migliorare. Non ha risposte e lascia il finale del suo assolo aperto, torna indietro a quando voleva fare la ballerina. Forse non è un caso che poche ore prima all’ex Teatro Verdi Luciana Castellina in un incontro sulle sfide programmatiche della sinistra oggi abbia detto che c’è bisogno di “meno dibattiti e più balli”.

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