Attualità
29 Settembre 2023
Udu con Cgil e Sunia denunciano una situazione sempre più insostenibile tra caro affitto e discriminazione. Una situazione che gli studenti condividono con i lavoratori

In tenda contro l’emergenza abitativa: il 13% degli studenti discriminato sulla provenienza

di Redazione | 3 min

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Si fa sentire anche a Ferrara la protesta contro il caro affitti con gli studenti di Udu (Unione degli Universitari) che si sono dati appuntamento, tenda in mano, in piazzetta Giuseppe Sgarbi, davanti alla biblioteca Chimico-Biologica “Santa Maria delle Grazie”. Con Maria Antonietta Falduto e altre ragazze e ragazzi di Udu anche Francesca Battista (Cgil Ferrara) e Maurizio Ravani di Sunia, organizzazione sindacale che tutela e rappresenta i cittadini nelle problematiche relative alla casa.

Come Udu – spiega Falduto – ci siamo uniti alla protesta ‘Senza casa senza futuro’ contro il caro studio e contro il caro affitto”. Una campagna che Udu porta avanti a livello nazionale e per cui tutte le sezioni stanno raccogliendo dati (attraverso questionari sottoposti a studenti) per verificare le problematiche principali a cui sono soggetti.

Le problematiche sono infatti disparate, ci sono studenti che “lamentano di non riuscire a trovare alloggio”, stando ai dati raccolti da Udu a oggi sono il 68% dei fuorisede. Questo problema si lega direttamente ad affitti troppo cari e ad alloggi spesso “inadeguati dal punto di vista strutturale”. Affitti che per una doppia possono anche arrivare a 400 euro a persona rendendo insostenibile per la famiglia e per lo studente o studentessa vivere nella città in cui vuole completare la propria formazione.

Come se non bastasse, a quanto dicono gli studenti, sono sempre più frequenti casi di frodo. Alessio, da Verona, racconta l’esperienza del fratello e della famiglia che per cercare casa a Ferrara quest’anno sono incappati in un’agenzia che richiedeva un pagamento anticipato.

Altri dati interessanti, anche se preliminari, che escono dal questionario sono la presenza (7% del campione) di affitti in nero ma anche, e forse ancora più preoccupante, discriminazioni rispetto alla provenienza denunciate dal 13% del campione intervistato. Discriminazioni che riguardano cittadini di origine straniera ma anche per cittadini provenienti dal sud Italia.

“Abbiamo proprietari – conferma Maurizio Ravani – che vogliono solo ragazze o che chiedono la provenienza; a quel punto però siamo noi a fermarli”. Tra l’altro Sunia, a quanto spiega Ravani stesso, “non ha ricevuto lamentele dai proprietari” nonostante non applichi le ‘precauzioni’ ormai diventate di uso negli annunci: solo ragazza, no matricole, no erasmus.

Un problema questo che “accomuna gli studenti ai lavoratori”, spiega Francesca Battista. Lavoratori come “insegnanti o poliziotti che una volta trasferiti in città non trovano alloggio” e anche in questi casi si hanno “problemi di discriminazione”. Addirittura “iniziano a esserci proprietari che non vogliono chi ha figli perché in caso fosse necessario lo sfratto sarebbe più difficile”.

Una cosa è certa, non è un problema facilmente risolvibile in una città che in pochi anni è arrivata a ospitare 12.000 fuorisede. Dopo la politica di Unife volta ad aumentare il numero degli iscritti gli aumenti sono esplosi molto più rapidamente che in altre città dove il trend di crescita degli affitti era in aumento già da prima. Non è certamente questo l’unica causa degli aumenti che, spiega Francesca Battista, “risentono del trend nazionale degli affitti brevi in aumento anche a Ferrara”.

Ora la soluzione principe è, secondo Udu, “quella di un aumento di fondi per le strutture pubbliche“, ma sono anche consapevoli che ciò, pur potendo rispondere al problema di domani, non può rispondere al problema di oggi. Ci sono però “anche molti alloggi sfitti (pubblici e privati) che con poca manodopera potrebbero essere resi disponibili“. Ancora più rapido potrebbe essere invece rendere disponibili alloggi nei dintorni della città. Si tratta di alloggi pronti e spesso a prezzi più abbordabili per raggiungere i quali non c’è un servizio di trasporti adeguato.

Il dialogo tra Università e Comune, Università ed Ergo, ma anche con la Regione fino al governo risulta fondamentale per risolvere un problema che non riguarda solo la città di Ferrara.

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