
La tela appena collocata nella posizione originaria
Con la ricollocazione delle tele di Giuseppe Avanzi (1645-1718), una già avvenuta e l’altra di prossimo restauro, “abbiamo restituito integrità al tempio di San Cristoforo, che tiene insieme la parte più significativa della civiltà artistica ferrarese, degli Estensi, a quella successiva, appunto del periodo dell’Avanzi stesso. Reintegrando i dipinti nella ricerca si realizza un’occasione importante per l’arte e gli studi. È quindi un momento importante per Ferrara, perché oggi si apprezza in forma più compiuta il rapporto tra l’architettura rossettiana e i dipinti della chiesa”.
Parole di Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla cultura e presidente della Fondazione Ferrara Arte, intervenuto a palazzo Bonacossi – in videocollegamento – al convegno dedicato al dipinto seicentesco di Giuseppe Avanzi – da poco riposizionato nel luogo in cui, circa 80 anni fa, fu rimosso, a seguito dei bombardamenti alla chiesa. Il dipinto – raffigurante l’Apparizione della Beata Vergine e San Pietro ai compagni di San Brunone’ – è da poche ore ‘in quota’ sul lato sinistro del presbiterio. L’opera è stata restaurata, dal celebre laboratorio “Ottorino Nonfarmale”, con un finanziamento congiunto tra Comune e Regione Emilia-Romagna per rispettivi 37.500 e 60mila euro. Sgarbi, parlando dell’Avanzi, ha citato prima gli studi di Riccomini, quindi la monografia di Enrico Ghetti, che ancora non aveva potuto descrivere la ricollocazione delle opere nel tempio. Ora ci sono quindi “gli elementi per ricostruire una dimensione globale della pittura dell’ Avanzi”, ha detto il sottosegretario. E attorno all’autore si segnala anche la nascita del nuovo profilo Wikipedia (https://it.wikipedia.org/
“Questo ‘ritorno a casa’ di una imponente tela seicentesca conferma il valore della collaborazione istituzionale, una modalità per aggregare risorse permettendo risultati importanti. Risultati oggi declinati in una giornata storica, che segna la restituzione alla città di un dipinto, presto di due, che darà compiutezza scenografica al tempio”, ha detto Marco Gulinelli. Intanto si appresta a partire anche il percorso per il restauro della tela originariamente collocata sulla parete opposta, sempre a firma del maestro tardo-barocco: l”Apparizione di san Brunone a Ruggero Conte di Sicilia prima della battaglia’. Dei restauri hanno parlato ieri Giovanni Giannelli del laboratorio “Ottorino Nonfarmale” e il professor Paolo Bensi dell’università degli studi di Genova, che ha collaborato alle analisi diagnostiche anche sul secondo dipinto.
L’inquadramento storico-artistico è stato illustrato dal conservatore dei musei d’arte del Comune, Romeo Pio Cristofori e dalla docente Barbara Ghelfi, dell’ateneo di Bologna. Nel corso del pomeriggio di studi sono intervenute anche la dirigente della Regione Emilia-Romagna Cristina Ambrosini, Luca Majoli, funzionario della soprintendenza, e la dirigente del Comune Ethel Guidi che ha descritto il grande “entusiasmo della comunità per il ritorno della tela”, riscontrabile anche nell’”incredibile adesione” alle visite guidate promosse dal Comune: 5 quelle realizzate e già sold out quelle previste questo week end.