Confcooperative si fonde. Un unico soggetto tra Ferrara e la Romagna
Confcooperative Ferrara e Confcooperative Romagna si fondono in un unico soggetto a partire dal 10 novembre quando le assemblee si riuniranno per sancire definitivamente il passo
Confcooperative Ferrara e Confcooperative Romagna si fondono in un unico soggetto a partire dal 10 novembre quando le assemblee si riuniranno per sancire definitivamente il passo
Ci sarà anche la Cgil di Ferrara alla manifestazione nazionale che si svolgerà a Roma sabato 25 ottobre per chiedere l’aumento di salari e pensioni, per dire no al riarmo, per investire su sanità e scuola, per dire no alla precarietà e per una vera riforma fiscale
Imputazione coatta - per omicidio o violenza privata - a carico dei sanitari dell'ospedale di Cona o, in subordine, un supplemento di indagine con l'effettuazione di una consulenza tecnica di uno specialista in cure palliative e l'audizione di una serie di persone informate sui fatti. È quello che l'avvocato Fabio Nicolicchia ha chiesto durante l'udienza di opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Ferrara per la tragica fine della 41enne Maria Vittoria Mastella
Prima le botte, poi la denuncia ai carabinieri che ha dato il via a un'inchiesta ben più ampia e articolata, sfociata nell'accusa di caporalato. A risponderne oggi sono quattro fratelli pakistani, accusati - in concorso tra loro - di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, lesioni aggravate, estorsione e rapina
Ridotta in Appello la pena a Sandro Biondi, il 53enne ferrarese, che - il 23 febbraio 2023 - soffocò la propria madre, l'83enne Maria Luisa Sassoli, mentre era nel letto della loro casa, un appartamento al piano terra di un condominio Acer in via Argante 11, al Barco

L’avvocato Ezio Bonanni
La Corte di Appello di Bologna conferma la condanna del Ministero della Difesa e del Ministero dell’Interno a riconoscere il militare ferrarese Roberto Zaccaria, ferito da un colpo di moschetto sparato per sbaglio da un collega, vittima del dovere e a riconoscere tutti i benefici dovuti.
Arruolato a soli 17 anni, Zaccaria ha lavorato nella Marina Militare dal 1980 al 1983, il tragico evento avvenne nel ottobre del 1982 quando, durante l’attività di sorveglianza che svolgeva all’infrastruttura Maricommi Pagliari di La Spezia, importante deposito che forniva tutto l’arsenale militare e le unità navali della Marina Militare, un colpo d’arma da fuoco lo colpì all’inguine sinistro. “Avevo appena terminato il mio turno ed ero in attesa del cambio guardia” – racconta la vittima – “dopo di me doveva subentrare un altro sottufficiale con la sua squadra, ma prima si effettuava il controllo delle armi. Il commilitone, cioè il ragazzo di leva che era lì con me in quel momento, fece un gesto inconsulto nel controllare il fucile. Partì un colpo e mi ferì l’inguine. Mi sparò a 40 centimetri di distanza, a bruciapelo. Tutt’ora vedo il bossolo che viene espulso dall’otturatore, il fumo dalla canna. È qualcosa che ti lascia il segno per sempre”.
Inizialmente questa ferita fu considerata lieve e Zaccaria ottenne solamente il riconoscimento della causa di servizio, invece, purtroppo, nel 2015 si giunse alla diagnosi di sindrome dolorosa regionale complessa (CRPS).
“È come se una scossa elettrica mi attraversasse il corpo tutti i giorni per 10-15 minuti – spiega Zaccaria, che lamenta – “il dolore mi ha accompagnato per tutta la vita e, purtroppo, soffrirò fino alla morte”.
Nel 2019 Zaccaria decise così di fare domanda per il riconoscimento dello status di vittima del dovere, con la richiesta di tutte le prestazioni, purtroppo respinta e il fatto fu considerato prescritto. Per ottenere giustizia il militare ha quindi deciso di rivolgersi all’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Vittime del Dovere e dell’Osservatorio Nazionale Amianto che nel 2021 ha ottenuto una prima vittoria con una sentenza nella quale il Tribunale di Ferrara aveva riconosciuto le ragioni della vittima, dichiarata vittima del dovere.
Uno status che, nella sentenza del giudice Alessandra De Curtis, prevedeva la concessione di alcuni benefici e trattamenti assistenziali: un assegno vitalizio di circa 250 euro al mese, esenzione dal pagamento del ticket per ogni prestazione sanitaria, assistenza psicologica a carico dello Stato, diritto al collocamento obbligatorio, borse di studio esenti da imposte anche per i figli, un vitalizio speciale di mille euro dalla data della domanda, due annualità di pensione e una speciale elargizione di 2mila euro per punto percentuale di invalidità. Il tutto per complessivi 60mila euro.
Ora anche la Corte d’Appello di Bologna, rigettando il ricorso del Ministero, conferma questo diritto.
“Un modo per restituire un po’ di giustizia a un uomo che ha lavorato per lo Stato e per la comunità e che proprio sul posto di lavoro ha contratto un’infermità che negli anni potrebbe aggravarsi ulteriormente” – ha commentato l’avvocato Bonanni.
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