Cronaca
23 Settembre 2023
Roberto Zaccaria vince anche in Corte d’Appello. Ministero della Difesa condannato a un indennizzo di 60mila euro

Militare ferrarese ferito in servizio in Marina: è vittima del dovere

di Marco Zavagli | 3 min

Leggi anche

Scritta sull’autobus: “Magrebini ai forni”

“Magrebini ai forni”. È la scritta comparsa questa mattina su un autobus della Linea 11. Se n'è accorta una signora anziana che ha inviato la segnalazione all'attivista del Pd Diego Marescotti

Impediscono i controlli dei carabinieri. Denunciati due gemelli sull’autobus

Due gemelli di 18 anni sono stati denunciati per resistenza a pubblico ufficiale; uno dei due è stato inoltre segnalato per uso personale di sostanze stupefacenti. È il bilancio dei controlli quotidiani che, durante la giornata dello scorso 4 novembre, i carabinieri hanno effettuato nella stazione delle autolinee extraurbane di Copparo

Sicurezza. Attivo il sistema di videosorveglianza su tutti i bus Tper

Tper ha completato l'allestimento del sistema di videosorveglianza a copertura dell'intera propria flotta di circa 1.200 autobus in servizio nei bacini di Ferrara e di Bologna, una realizzazione finalizzata a migliorare gli standard di sicurezza a bordo e la qualità del servizio offerto ai cittadini

L’avvocato Ezio Bonanni

La Corte di Appello di Bologna conferma la condanna del Ministero della Difesa e del Ministero dell’Interno a riconoscere il militare ferrarese Roberto Zaccaria, ferito da un colpo di moschetto sparato per sbaglio da un collega, vittima del dovere e a riconoscere tutti i benefici dovuti.

Arruolato a soli 17 anni, Zaccaria ha lavorato nella Marina Militare dal 1980 al 1983, il tragico evento avvenne nel ottobre del 1982 quando, durante l’attività di sorveglianza che svolgeva all’infrastruttura Maricommi Pagliari di La Spezia, importante deposito che forniva tutto l’arsenale militare e le unità navali della Marina Militare, un colpo d’arma da fuoco lo colpì all’inguine sinistro. “Avevo appena terminato il mio turno ed ero in attesa del cambio guardia” – racconta la vittima – “dopo di me doveva subentrare un altro sottufficiale con la sua squadra, ma prima si effettuava il controllo delle armi. Il commilitone, cioè il ragazzo di leva che era lì con me in quel momento, fece un gesto inconsulto nel controllare il fucile. Partì un colpo e mi ferì l’inguine. Mi sparò a 40 centimetri di distanza, a bruciapelo. Tutt’ora vedo il bossolo che viene espulso dall’otturatore, il fumo dalla canna. È qualcosa che ti lascia il segno per sempre”.

Inizialmente questa ferita fu considerata lieve e Zaccaria ottenne solamente il riconoscimento della causa di servizio, invece, purtroppo, nel 2015 si giunse alla diagnosi di sindrome dolorosa regionale complessa (CRPS).

“È come se una scossa elettrica mi attraversasse il corpo tutti i giorni per 10-15 minuti – spiega Zaccaria, che lamenta – “il dolore mi ha accompagnato per tutta la vita e, purtroppo, soffrirò fino alla morte”.

Nel 2019 Zaccaria decise così di fare domanda per il riconoscimento dello status di vittima del dovere, con la richiesta di tutte le prestazioni, purtroppo respinta e il fatto fu considerato prescritto. Per ottenere giustizia il militare ha quindi deciso di rivolgersi all’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Vittime del Dovere e dell’Osservatorio Nazionale Amianto che nel 2021 ha ottenuto una prima vittoria con una sentenza nella quale il Tribunale di Ferrara aveva riconosciuto le ragioni della vittima, dichiarata vittima del dovere.

Uno status che, nella sentenza del giudice Alessandra De Curtis, prevedeva la concessione di alcuni benefici e trattamenti assistenziali: un assegno vitalizio di circa 250 euro al mese, esenzione dal pagamento del ticket per ogni prestazione sanitaria, assistenza psicologica a carico dello Stato, diritto al collocamento obbligatorio, borse di studio esenti da imposte anche per i figli, un vitalizio speciale di mille euro dalla data della domanda, due annualità di pensione e una speciale elargizione di 2mila euro per punto percentuale di invalidità. Il tutto per complessivi 60mila euro.

Ora anche la Corte d’Appello di Bologna, rigettando il ricorso del Ministero, conferma questo diritto.

“Un modo per restituire un po’ di giustizia a un uomo che ha lavorato per lo Stato e per la comunità e che proprio sul posto di lavoro ha contratto un’infermità che negli anni potrebbe aggravarsi ulteriormente” – ha commentato l’avvocato Bonanni.

Grazie per aver letto questo articolo...

Da 20 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com