Vivono in auto con la figlia di due anni. Li soccorrono i Carabinieri
Vivevano da non si sa quanto tempo in pochi metri quadri. Padre, madre incinta, figlia di due anni, con cane e gatto, dormivano tutti nell'auto. Ferma in un parcheggio pubblico
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“Una sfida quotidiana”. In un mondo del lavoro dove le donne sono spessissimo meno pagate degli uomini e a volte anche costrette a licenziarsi per badare ai figli, Gloria racconta la sua storia di postina e madre di tre gemelli
In risposta alle critiche sollevate dalla Fp Cgil di Ferrara in merito alla gestione del piano ferie estive, alla contrattazione aziendale e alle politiche del personale, le Aziende Sanitarie ferraresi hanno diffuso una nota per fare chiarezza e ribadire la loro apertura al confronto
Si chiude un pezzo di storia con l’addio al BiBlù, l’autobus simbolo del progetto BibliotecaBlù che per anni ha allietato le giornate dei bambini ricoverati nella pediatria, quando era situata nel blocco 15 dell'ex Sant'Anna
Ferrara rende omaggio a Nando Orfei, uno dei più grandi artisti circensi della storia, con l’intitolazione del parco di via Porta Catena, un luogo simbolico dove il suo grande tendone ha più volte trovato casa durante le celebri tournée
Si è chiuso con un nulla di fatto il processo relativo al primo filone della maxi-inchiesta “Transfugio” che, coordinata dalla Procura di Ferrara e portata avanti dagli uomini del Nucleo Economico-Finanziario della Guardia di Finanza, aveva permesso di scoprire e smantellare – tra il 2014 e il 2019, a Ferrara e provincia – una rete di false dichiarazioni dei redditi per ottenere il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno.
Ieri infatti, giovedì 21 settembre, davanti al giudice Alessandra Martinelli, sono state ventisette, tra datori di lavoro e persone di nazionalità straniera, le posizioni ‘salvate’ dalla prescrizione, con le accuse a vario titolo di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, falso in atto pubblico e induzione in errore di pubblico ufficiale che sono cadute a causa del troppo tempo trascorso dai fatti inizialmente contestati.
A dare il via alle indagini eseguite dalle Fiamme Gialle sono state diverse segnalazioni di natura amministrativa pervenute dall’Ufficio Immigrazione della Questura del capoluogo estense, destinataria di numerose domande per il rinnovo dei permessi di soggiorno da parte di cittadini extracomunitari residenti nella provincia ferrarese.
L’esame della documentazione fiscale redatta per il rilascio dei documenti di soggiorno ha portato ad accertare, in molti casi, che i professionisti avevano richiesto all’Agenzia delle Entrate un’attribuzione solo “formale” della “partita iva” per i loro “clienti”, poiché quest’ultimi di fatto non hanno avviato alcuna attività di natura imprenditoriale: le attività dichiarate sono state le più svariate, dal commercio al dettaglio e all’ingrosso, alle attività di tipo artigianale o manifatturiere.
Nessuno dei “neo imprenditori” individuati ha mai avuto una sede effettiva, attrezzature, macchinari, capannoni, dipendenti, né rapporti con clienti e fornitori. Così, a chiusura dell’anno fiscale, i consulenti compiacenti provvedevano a inserire nelle dichiarazioni presentate telematicamente al fisco per i loro clienti, i dati “artefatti” di una contabilità inesistente: dal fatturato alle spese, comprese quelle per l’eventuale personale dipendente.
Lo scopo finale delle decine di azioni criminose messe sistematicamente in atto almeno dal 2014 dai professionisti indagati era quello di consentire ai propri clienti di far figurare che possedevano il cosiddetto “reddito sociale superiore alla soglia minima“, pari a 5.983,64 euro, necessario per istruire le pratiche di rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno, e in particolar modo di quello cosiddetto di “lungo periodo“, il più ambito, perché consente di spostarsi liberamente e senza limiti temporali e di ottenere anche il ricongiungimento familiare. Il tutto, ovviamente, dietro compenso.
Il sistema illecito individuato dalla Guardia di Finanza di Ferrara era ben collaudato: i professionisti venivano contattati attraverso il classico “passaparola“.
È stato invece fissato per il 13 novembre l’inizio della fase dibattimentale del processo che riguarda il secondo filone dell’inchiesta, quello che vede alla sbarra tredici persone, tre consulenti fiscali di due studi commercialistici e dieci stranieri. I primi con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, anche se per due di loro è sopraggiunta la prescrizione circa otto capi di imputazione, mentre i secondi dovranno rispondere, in concorso, del reato di falso in atto pubblico e induzione in errore di pubblico ufficiale.
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