Cronaca
22 Settembre 2023
Si è chiuso con un nulla di fatto il processo a ventisette persone, tra datori di lavoro e stranieri, coinvolti in una rete di false dichiarazioni dei redditi per ottenere il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno

La prescrizione “salva” il primo filone della maxi-inchiesta “Transfugio”

di Davide Soattin | 3 min

Leggi anche

Gloria, postina e madre di tre gemelli

“Una sfida quotidiana”. In un mondo del lavoro dove le donne sono spessissimo meno pagate degli uomini e a volte anche costrette a licenziarsi per badare ai figli, Gloria racconta la sua storia di postina e madre di tre gemelli

Addio al BiBlù, la biblioteca su ruote amica dei bambini

Si chiude un pezzo di storia con l’addio al BiBlù, l’autobus simbolo del progetto BibliotecaBlù che per anni ha allietato le giornate dei bambini ricoverati nella pediatria, quando era situata nel blocco 15 dell'ex Sant'Anna

Si è chiuso con un nulla di fatto il processo relativo al primo filone della maxi-inchiestaTransfugio” che, coordinata dalla Procura di Ferrara e portata avanti dagli uomini del Nucleo Economico-Finanziario della Guardia di Finanza, aveva permesso di scoprire e smantellare tra il 2014 e il 2019, a Ferrara e provincia – una rete di false dichiarazioni dei redditi per ottenere il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno.

Ieri infatti, giovedì 21 settembre, davanti al giudice Alessandra Martinelli, sono state ventisette, tra datori di lavoro e persone di nazionalità straniera, le posizioni ‘salvate’ dalla prescrizione, con le accuse a vario titolo di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, falso in atto pubblico e induzione in errore di pubblico ufficiale che sono cadute a causa del troppo tempo trascorso dai fatti inizialmente contestati.

A dare il via alle indagini eseguite dalle Fiamme Gialle sono state diverse segnalazioni di natura amministrativa pervenute dall’Ufficio Immigrazione della Questura del capoluogo estense, destinataria di numerose domande per il rinnovo dei permessi di soggiorno da parte di cittadini extracomunitari residenti nella provincia ferrarese.

L’esame della documentazione fiscale redatta per il rilascio dei documenti di soggiorno ha portato ad accertare, in molti casi, che i professionisti avevano richiesto all’Agenzia delle Entrate un’attribuzione solo “formale” della “partita iva” per i loro “clienti”, poiché quest’ultimi di fatto non hanno avviato alcuna attività di natura imprenditoriale: le attività dichiarate sono state le più svariate, dal commercio al dettaglio e all’ingrosso, alle attività di tipo artigianale o manifatturiere.

Nessuno dei “neo imprenditori” individuati ha mai avuto una sede effettiva, attrezzature, macchinari, capannoni, dipendenti, né rapporti con clienti e fornitori. Così, a chiusura dell’anno fiscale, i consulenti compiacenti provvedevano a inserire nelle dichiarazioni presentate telematicamente al fisco per i loro clienti, i dati “artefatti” di una contabilità inesistente: dal fatturato alle spese, comprese quelle per l’eventuale personale dipendente.

Lo scopo finale delle decine di azioni criminose messe sistematicamente in atto almeno dal 2014 dai professionisti indagati era quello di consentire ai propri clienti di far figurare che possedevano il cosiddetto “reddito sociale superiore alla soglia minima“, pari a 5.983,64 euro, necessario per istruire le pratiche di rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno, e in particolar modo di quello cosiddetto di “lungo periodo“, il più ambito, perché consente di spostarsi liberamente e senza limiti temporali e di ottenere anche il ricongiungimento familiare. Il tutto, ovviamente, dietro compenso.

Il sistema illecito individuato dalla Guardia di Finanza di Ferrara era ben collaudato: i professionisti venivano contattati attraverso il classico “passaparola“.

È stato invece fissato per il 13 novembre l’inizio della fase dibattimentale del processo che riguarda il secondo filone dell’inchiesta, quello che vede alla sbarra tredici persone, tre consulenti fiscali di due studi commercialistici e dieci stranieri. I primi con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, anche se per due di loro è sopraggiunta la prescrizione circa otto capi di imputazione, mentre i secondi dovranno rispondere, in concorsodel reato di falso in atto pubblico e induzione in errore di pubblico ufficiale.

 

 

 

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com