Politica
20 Settembre 2023
Intervento di Campo democratico contro la tendenza allo spopolamento del forese, dove risiede il 35% della popolazione del Comune

Alcune idee per rigenerare davvero le frazioni

di Redazione | 7 min

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Con 405 km² Ferrara è al 17° posto per superficie tra i comuni italiani. Oltre alla città, il territorio comprende circa 45 frazioni e una sessantina di nuclei abitati riconoscibili.

Nelle frazioni del forese risiede circa il 35% della popolazione del Comune: prevalentemente anziana e in ulteriore invecchiamento. La tendenza allo spopolamento è più accentuata che nella città.

Estese parti di questo territorio sono connotate da cattiva viabilità, degrado ambientale e assenza di manutenzione delle infrastrutture, impoverimento della dotazione dei servizi commerciali e civili (a partire dalle scuole); il Comune è praticamente assente.

Senza una seria politica per invertire questa realtà sarà inevitabile un ulteriore abbandono di tanti nuclei abitati, la ulteriore crescita delle periferie con relativo aumento di urbanizzazioni e consumo dei suoli, aumento dei prezzi delle abitazioni e fenomeni speculativi sulle aree.

Inoltre l’abbandono del territorio accentuerebbe un degrado ambientale che renderebbe più fragile la stessa città (a cominciare dalla gestione del patrimonio verde e delle reti idrauliche).

Non dimentichiamo poi che la rete delle frazioni costituisce anche un fattore di sicurezza per la resilienza sociale e residenziale in casi, certamente possibili, di ritorno di pandemie nel prossimo futuro.

Se si vuole contrastare questa prospettiva, deleteria per il futuro della stessa città, occorre che il Comune di Ferrara attivi una strategia in grado di trattenere nelle frazioni chi già vi vive e di migliorarne l’attrattività per nuovi insediamenti diffusi di famiglie giovani.

Il Piano Urbanistico generale (Pug) di prossima adozione da parte del Consiglio Comunale di Ferrara è l’occasione decisiva per delineare una strategia di sostenibilità non solo per il capoluogo, ma per l’intero territorio comunale

Ecco alcune idee su cui lavorare.

a. Il Comune dovrebbe riorganizzare (ascoltando i cittadini) la rete delle frazioni e favorire la formazione di veri e propri nodi di servizi (ad esempio uno o due per ciascuna delle vecchie circoscrizioni) di utilità pubblica e/o di carattere commerciale posizionati con criteri di centralità logistica e relazionale. Alcune frazioni potrebbero assumere il ruolo di Hub, ovvero di nucleo di servizi basilari o specialistici di un ambito territoriale e una funzione di centralità, quasi cittadina, nella vita quotidiana degli abitanti e al servizio delle frazioni vicine.

b. Il nuovo Pug dovrebbe sostenere una programmazione territoriale che puntasse davvero su servizi organizzati con un sistema hub & spoke. Questa strategia renderebbe ancora più decisiva la funzione di una rete per la mobilità interfrazionale e di connessione con la città.

La mobilità motorizzata riveste un ruolo insostituibile sia per la popolazione anziana che per il pendolarismo lavorativo, specialmente per le numerose ditte di artigianato di servizio; ma occorrono strade sicure, prive di buche e gravi avvallamenti, con i cigli erbosi ben manutenuti e il sistema delle cunette efficiente. Questa condizione di vita e lavoro in sicurezza non trova alternative né in trasporti pubblici (il cui diffuso potenziamento avrebbe costi eccessivi) e nemmeno in un qualche tratto di pista ciclabile, comunque inadeguata ad un uso che non sia ricreativo o turistico.

c. Spesso i negozi di paese ancora in attività (alimentari, bar, abbigliamento, ferramenta, merceria, ristorazione, …) sono gestiti da persone (normalmente di una stessa famiglia) oramai anziane, che al momento della pensione sono indotte a cessare l’attività per mancanza di subentri.

Per evitare la chiusura di questo commercio di prossimità frazionale o interfrazionale occorre agevolare l’eventuale subentro dei figli o la eventuale cessione dell’azienda a giovani imprenditori che vogliano subentrare vantaggiosamente nella gestione rendendo agevole e conveniente la realizzazione di opere di miglioramento o ristrutturazione per l’efficientamento e la qualificazione degli esercizi. Elargizioni a pioggia di qualche centinaio di euro non hanno efficacia nel sostegno delle imprese di vicinato; magari possono essere più idonee a scopi elettoralistici.

d. Sono tuttora presenti sul territorio del forese numerosi studi professionali (geometri, commercialisti, consulenti di medicina del lavoro, fisioterapisti…) che spesso operano singolarmente, magari in una parte dell’immobile di abitazione.

Potrebbe essere agevolata l’aggregazione di diversi professionisti in centri servizi polifunzionali e delle dimensioni adeguate a garantire una pluralità di bisogni di consulenza e assistenza.

A questi poli di servizio professionale potrebbero essere destinate le scuole elementari che il Comune prevede di ristrutturare con i fondi del Pnrr (senza peraltro idee particolari sul che farne poi, una volta ristrutturate).

e. I tanti anziani delle frazioni necessitano di una vera assistenza sanitaria di prossimità; oggi l’assetto della medicina di base sul territorio non è adeguato.

Occorre promuovere ovunque medicine di gruppo di medici di medicina generale (Mmg) cui aderiscano tutti i Mmg che hanno studi singoli sul territorio, garantendo così continuità e tempestività di assistenza.

Le medicine di gruppo potrebbero essere utilmente collocate nelle frazioni Hub e magari ospitate proprio presso le scuole ristrutturate, normalmente facili da raggiungere e dotate di parcheggio.

Il Comune, nell’ambito della Conferenza Territoriale Sociale Sanitaria (Ctss) dovrebbe promuovere questa forte trasformazione della medicina generale sul territorio, richiedendo la necessaria collaborazione alla Asl.

f. Se molti cittadini lamentano la lontananza del Comune, bisogna riportare personale e servizi più vicini alle frazioni.

Non serve un presidio di carattere politico, ma istituzionale e tecnico, con dipendenti comunali decentrati sul territorio a presidiarlo con continuità. Una presenza che operi come terminale per l’ascolto e la segnalazione dei problemi, che possa operare come pronto intervento sui problemi più semplici e come soggetto istruttore nei confronti di Assessorati e Uffici per i problemi più complessi.

Un presidio che possa offrire risposte alle richieste di aiuto della cittadinanza anche insegnando l’utilizzo dei canali telematici per l’accesso ai servizi pubblici.

Un primo punto di contatto con gli artigiani e i commercianti per l’istruttoria di pratiche, magari semplici, ma quasi sempre brigose per gli utenti.

Un presidio visibile, magari collocato anch’esso presso i plessi scolastici ristrutturati e dove sia ben visibile la scritta “Comune di Ferrara: servizi ai cittadini”.

g. Negli anni, anche nelle frazioni sono avvenute importanti trasformazioni demografiche, sociali e urbanistiche.

Si sono moltiplicate, ma anche fortemente ridotte di dimensione le famiglie e mentre le famiglie giovani si sono spesso trasferite nelle nuove villettopoli sorte accanto ai vecchi centri, gli anziani genitori che erano restati ad abitare le case di provenienza sono morti o trasferiti in case famiglia o case di riposo. Questo fenomeno ha comportato e comporterà il trasferimento di proprietà immobiliari (ereditate) il cui valore commerciale è spesso minimo e a volte anche lo stato fisico dei fabbricati è assai precario.

Sulle seconde case ereditate i figli si trovano a pagare una Imu analoga a quella che pagherebbero se possedessero una seconda casa in una zona pregiata della città; non è possibile, poi, in tanti casi, intervenire per demolire ed eventualmente riedificare i fabbricati oramai vuoti e a volte pericolanti per adeguarli all’eventuale mutare delle condizioni familiari.

Occorre quindi abolire o ridurre drasticamente l’Imu per chi si trova possessore di seconda casa obtorto collo e rendere più mobili e flessibili i diritti di riedificazione e/o di trasferimento dei volumi.

h. In molte frazioni sono state chiuse le scuole elementari, anche per la aggressiva concorrenza dei comuni limitrofi a Ferrara che trasportano gratuitamente bambini abitanti nelle frazioni ferraresi presso scuole elementari-medie poste fuori dal territorio comunale.

Serve invertire decisamente tale politica e definire, in intesa con il Provveditorato, un piano per mantenere operative le scuole posizionate magari nei nodi hub della rete delle frazioni comunali.

La presenza di una rete di scuole di base (materne e elementari) distribuita sul territorio è una condizione primaria per la permanenza delle famiglie giovani e per stabilizzare sul territorio ferrarese anche le numerose coppie di migranti comunitari e extracomunitari che vivono sul territorio e costituiscono una forza lavoro sempre più indispensabile del nostro sistema produttivo (a partire dall’agricoltura).

I plessi scolastici ristrutturati potrebbero offrire la possibilità di sperimentare forme di innovazione sociale, specialmente al servizio dell’infanzia e delle madri lavoratrici, collocandovi piccoli gruppi di bambini assistiti (anche con funzioni di doposcuola) da persone pensionate e dotate della necessaria preparazione e copertura assicurativa a carico pubblico.

i. Una politica attiva di infrastrutturazione territoriale anche con servizi a valore aggiunto richiederebbe un impegno concreto delle istituzioni (a partire dal Comune) per portare ovunque la rete in fibra ottica e l’alta velocità nei sistemi di comunicazione dati.

Dotandone le scuole elementari ristrutturate con il Pnrr si agevolerebbero anche esperienze di coworking tra giovani professionisti.

Campo Democratico

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