di Nicolò Govoni
Un buco di bilancio che fa paura: sono più di 116 milioni i debiti della sanità ferrarese, ripartiti tra l’Ausl (64.826.257 euro) e l’ospedale Sant’Anna di Cona (51.913.298 euro).
Come ha più volte ribadito, durante la Conferenza Territoriale Socio-Sanitaria, la dottoressa Monica Calamai, direttrice generale delle due aziende ferrarsi, tutti gli obiettivi sono in linea con le aspettative: ma, a parità di servizi erogati, il saldo è assolutamente in negativo.
Questo perché, spiega, mancano all’appello le risorse, che superano gli 85 milioni (40.452 milioni per l’Ausl e 46.963 per l’Azienda Ospedaliera), che la Regione Emilia-Romagna, come stabilito nella delibera 1237/2023, alloca “a livello centrale, in attesa di essere successivamente ripartite ed assegnate nel corso dell’esercizio”. Il buco di bilancio, elaborato e deliberato secondo le indicazioni regionali, dunque, avrebbe mostrato tuttavia una tendenza decisamente negativa anche senza il contributo regionale, a causa su tutti del rincaro energetico, dell’inflazione, dell’incremento della spesa dei farmaci e del ristoro dei costi Covid, non ancora completamente sanati. Ma, sottolinea più volte la dg, i soldi regionali, “anche se apparentemente mancano, sono pronti a una futura redistribuzione”.
Non tutti i sindaci del Ferrarese, però, decidono di approvare il bilancio, in particolar modo il blocco di centrodestra guidato dal sindaco di Ferrara e presidente della Conferenza Alan Fabbri: si esprimono con un secco “no”, pur affermando di stimare il lavoro eseguito da tutti gli operatori sanitari della provincia e dalla stesa Calamai. E imputano la responsabilità di questo buco alle scelte della Regione.
Il sindaco di Lagosanto Cristian Bertarelli invita tutti i colleghi a far sentire a gran voce il proprio dissenso, “perché la stragrande maggioranza delle decisioni più dannose è stata presa a livello regionale” e non vuole essere partecipe di ciò che conseguirà al disavanzo di bilancio. E così Pierluigi Negri, sindaco di Comacchio, è contrario, dal momento che, a fronte di un bilancio tale, la carenza dei servizi è importante, soprattutto nelle periferie provinciali, come sottolinea anche il sindaco di Copparo Fabrizio Pagnoni, che lamenta i ritardi nella sistemazione e sostituzione dei macchinari occorsi nel Comune (perdita dell’automedica, il guasto della risonanza e la rottura dell’ecocardiografo); “Dietro al rosso dei numeri”, conclude, “ci sono persone e famiglie che vengono private di servizi essenziali per la loro salute e per la loro qualità della vita”” Sulla stessa linea i Comuni di Vigarano, Poggio Renatico e Voghiera, che imputano la responsabilità alla Regione e si chiedono che fine faranno i soldi che non saranno stanziati, mentre il sindaco di Fiscaglia Tosi chiede un implemento dei servizi sul territorio.
Sul fronte opposto, invece, gli esponenti del centrosinistra, decisi a difendere la sanità pubblica. Per primo il sindaco di Argenta, Andrea Baldini, si pone a favore del bilancio che, pur in perdita, sostiene i servizi richiesti: “Chiedo tre cose: di poter continuare a investire sulla sanità ferrarese con percorsi di riorganizzazione; e poi che sulla sanità intervenga un percorso di rifinanziamento; e chiedo di mettere mano al numero chiuso della Facoltà di Medicina. E che la sanità non diventi terreno di scontro politico”, allude alla richiesta di dimissioni rivolta dal sindaco Fabbri all’assessore regionale Donini.
Sulla stessa linea Accorsi, sindaco di Cento: “È una scelta non semplice, perché i numeri sono evidenti, con severe perdite“. E così il sindaco di Portomaggiore, Dario Bernardi: “Questi bilanci indicano il fabbisogno di servizi da parte delle comunità. Non capisco il voto contrario di fronte a presunte responsabilità regionali: siamo in un momento di crisi profonda, ma sono stati fatti tutti gli sforzi necessari”. Il sindaco Elena Rossi di Ostellato non si sente la responsabilità di non votarlo, “perché i disavanzi non sono dovuti a deficit di gestione, e la prima responsabilità è da imputare al Governo centrale”; e Andrea Zamboni, sindaco di Riva del Po, afferma di voler votare a favore un bilancio che “sembra pericoloso, ma è necessario farlo per difendere il Sistema Sanitario Nazionale“.
Da questi due poli politicamente divisi, alla fine, ha prevalso il voto contrario: con 32 votazioni su 60 in entrambi i casi, i due preventivi di bilancio non sono stati approvati dalla Conferenza ferrarese. Come ha ricordato il sindaco Fabbri, questa decisione è obbligatoria, ma non è vincolante: l’ultima parola adesso spetta alla Regione.
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