Sport
17 Novembre 2010
Butelli: "Valutato dalla persona che attualmente ne detiene il diritto una cifra che non risponde a nessun tipo di logica"

Marchio Spal, speranze in alto mare

di Redazione | 3 min

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Cesare Butelli

Lo aveva promesso, ed ha mantenuto tale proposito. Stiamo parlando del presidente della Spal, Cesare Butelli, che ad una specifica richiesta dei tifosi della Ovest che avevano preso carta e penna, aveva prima risposto ad una prima richiesta (l’abbassamento dei prezzi per non disperdere quella passione che c’è da sempre attorno alla squadra e riavvicinare le persone) ed ora esaudisce la seconda, quella relativa alla richiesta di informazioni sul marchio della ‘vecchia’ Spal, quella esauritasi con il Lodo Petrucci. Ma la risposta, purtroppo per tutti gli appassionati, non è quella sperata.

“Cari tifosi – inizia l’intervento pubblicato sul sito ufficiale del club -, cari amici, in riferimento alla richiesta di “aggiornamenti” su una questione apparentemente dimenticata, quella relativa alla riappropriazione dello storico marchio, sono, con piacere, a significarvi quanto segue.
Ho parlato di questione “apparentemente dimenticata”, perché viceversa essa è ben presente nella mente (e nei cuori) di tutti noi, presidente incluso ovviamente. Del resto l’argomento faceva parte delle cosiddette “promesse elettorali” pronunciate all’atto del mio insediamento, e lo ricordo molto bene!”.

Poi Butelli arriva al punto, che non possono che essere le risorse economiche ed una richiesta per il marchio inavvicinabile: “Doverosa premessa per fare riflettere su di una questione: si vive di priorità. La società Spal è stata costretta ad operare delle scelte, a dare delle precedenze, relativamente a questioni di carattere assolutamente sostanziale. Prima fra tutte quella, onerosissima, concernente il progetto per il parco fotovoltaico.
In questo particolare scenario, evidentemente, non c’è stato spazio, tempo, testa, infine, soprattutto, denaro in cassa per pensare, per provare a riportare a casa il marchio. Perché alla fine, banalmente, sempre lì si va a parare. L’ovetto, il vostro ovetto, è stato pagato (dunque valutato) dalla persona che attualmente ne detiene il diritto di possesso una cifra che non risponde a nessun tipo di logica, per contesto economico ed, aimè, categoria di appartenenza della nostra amata Spal”.

“Questo  – toglie ogni residuo dubbio il numero uno biancazzurro – rende complesso, in partenza, ogni tipo di accordo, ogni sviluppo di trattativa. Normale che sia così. Ho avuto tempo addietro un” abboccamento” con il sig. Benasciutti per avviare un qualche ragionamento in merito alla questione, ma la cosa non ha avuto seguito. Per cui sarebbe scorretto anche solo parlare di trattative avviate, ipotesi, cifre e quant’altro. L’unico esito dell’incontro, davanti ad un caffè consumato in un anonimo bar di provincia, è stato quello di alimentare il gossip secondo cui stavo tentando di allargare la compagine sociale… Ma questa è acqua passata, stiamo parlando di cose molto vecchie oramai”.

Ma la società non si arrende: “Ecco, partendo da questa ritrovata serenità, da questo nuovo vigore, da questa voglia di fare, vi prometto ufficialmente che a breve, molto a breve, farò in modo di andare a prendere un altro caffè con chi di dovere, confidando anche nella ragionevolezza dell’interlocutore, che non potrà non tenere conto del significato e degli effetti del primo pronunciamenti del tribunale di Bologna nel merito della questione. Ed anche, aggiungo, del non meno importante sentimento popolare”.

La chiusura: “Due promesse infine. La prima, scontata: non lascerò nulla di intentato per cercare di riportare a casa ciò che da casa manca oramai da tanto, troppo tempo. La seconda: non mancherò di aggiornarvi in tempo reale in merito agli sviluppi della questione”.

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