di Cecilia Gallotta
“Da almeno un paio di anni i fenomeni di degrado e microcriminalità in alcune aree del centro sono in aumento e la colpa non è, e non può essere fatta pesare, sui gestori delle attività economiche”. Questa è una della tanti frasi che spiccano, nero su bianco, nella lettera aperta che i gestori del bar Condor, all’angolo tra via san Romano e via Carlo Mayr, hanno inviato nella giornata di ieri al sindaco Alan Fabbri, dopo il provvedimento della Questura che ne ordina la chiusura per cinque giorni, in seguito a due risse “purtroppo conclusesi in mezzo ai nostri tavoli”.
Quello della famiglia Wen – così si presenta in modo informale nella lettera – è un molteplice invito: alla possibilità di aprire un canale di comunicazione con le istituzioni, ma anche a entrare nel merito della questione, perchè “la realtà dei fatti è molto diversa da quella riportata da alcuni quotidiani della stampa locale – denunciano i gestori – che il giorno successivo hanno descritto, senza verificare direttamente sul posto, una rissa scoppiata tra i clienti ai tavolini del nostro bar. Imprecisioni ed errori continuati anche nei giorni successivi, che hanno purtroppo dato l’immagine di una gestione in qualche modo accondiscendente verso gli atteggiamenti violenti, fino a definirci nell’edizione odierna come ‘il bar delle risse’ “.
L’intento è quindi anche quello di chiarire i fatti avvenuti, fornendo la propria versione: “Giovedì scorso, un ragazzo inseguito da altri quattro giovani ha fatto irruzione all’interno del
nostro locale, andando a nascondersi dietro al bancone per non essere picchiato. Nei minuti successivi la situazione si è fatta molto difficile: nostra figlia e il nostro barista, che lavoravano al
bancone, sono stati intimoriti, insultati e minacciati, una vetrina è stata danneggiata, diversi clienti si sono comprensibilmente spaventati e si sono allontanati dal locale. Abbiamo subito contattato le forze dell’ordine perchè intervenissero per riportare la calma e per far uscire dal locale i protagonisti dell’episodio che, ribadiamo, era iniziato e si era sviluppato ben lontano dal nostro locale, che si è trovato oltretutto danneggiato dalla conclusione del fatto”.
L’attenzione allora si sposta sul nocciolo delle questione, sul provvedimento attuato e sulla ricerca di possibili soluzioni ai problemi che non si fermano all’episodio dello scorso giovedì: “Il nostro bar, così come molti altri, contatta puntualmente le forze dell’ordine di fronte a ogni caso di tensione, ma purtroppo nella stragrande maggioranza dei casi ci viene detto che finché non si verificano dei veri e propri reati, finché non viene commessa una vera e propria irregolarità o violenza, il loro intervento è impossibile. Questo da un lato è comprensibile, ma dall’altro lascia spazio a un’infinità di comportamenti che per i gestori di un attività sono difficilmente arginabili e che rischiano costantemente di degenerare. Noi abbiamo sempre fatto la nostra parte e abbiamo sempre fatto tutto il possibile per sostenere le istituzioni, ed è per questo che essere colpiti in questi giorni da un provvedimento, da parte di Questura e Comune, oggi ci ha molto amareggiati”.
“I titolari e i dipendenti di attività come la nostra non possono riuscire a fronteggiare questi problemi da soli – si legge ancora nella lettera – ma hanno bisogno dell’aiuto delle istituzioni: vorremmo sentire più vicina la presenza degli agenti quando è il momento di prevenire i fatti, vederli più spesso all’interno del nostro bar e nelle vie attorno al locale, aiutandoci a prevenire i comportamenti fuori dalle righe, piuttosto che dover subire le punizioni per i reati commessi da altri. Né il provvedimento della Questura né quello del Comune vanno a colpire i veri responsabili dei disordini che si sono verificati: cosa succederà se ripeteranno altrove le loro azioni? Si imporrà un’altra chiusura a un altro bar?”
Ed è con un terzo invito che si conclude la lettera: “Venga a trovarci nel nostro locale, signor Fabbri, quando ne ha il tempo e la possibilità. Saremmo felici di instaurare un rapporto diretto con lei e spiegarle di persona i tanti problemi e le tante dinamiche che hanno a che fare con il lavoro di chi gestisce un bar, ma che spesso passano inosservate alle autorità e alle istituzioni. Siamo convinti che ascoltando direttamente la testimonianza di chi ha subito certi episodi e certe situazioni, anche lei si renderà conto che è possibile una collaborazione più diretta ed efficace con le attività economiche per favorire l’ordine pubblico. Dal canto nostro, siamo disponibili a aperti ai consigli e alle indicazioni che l’amministrazione ci vorrà dare, e dopo i fatti che ci hanno colpito stiamo valutando l’implementazione di un nuovo sistema di videosorveglianza o di un servizio privato di security. Le chiediamo però di non lasciarci soli di fronte a una serie di problemi e dinamiche che non hanno a che fare con il nostro bar, ma con ampie porzioni della zona che ci circonda. Le chiediamo di coinvolgerci nel percorso di valorizzazione e riqualificazione della nostra città, per non far sì che un’attività si ritrovi a scontare le responsabilità altrui. Siamo sicuri che instaurando un rapporto più diretto e ascoltando direttamente la voce dei titolari delle attività economiche, anche il vostro lavoro e le vostre politiche potrebbero trarne vantaggio e incidere in maniera più efficace e mirata sulla qualità della
vita e sull’economia dei ferraresi”.
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 20 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.
OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:
Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com