Riceviamo e pubblichiamo la lunga lettera rivolta alla direttrice generale delle due aziende sanitarie della provincia, Monica Calamai, del Psi del Delta sezione Alda Costa e dell’Associazione Socialista Liberale, sulla situazione dell’ospedale del Delta di Lagosanto.
Gentile Direttore Generale,
ringraziamo lei è la sua squadra per il dettagliato materiale in risposta alla nostra richiesta. Apprezziamo l’impegno nel fornire queste fondamentali informazioni per le nostre analisi. Esamineremo attentamente ogni dettaglio del materiale inviato, riconoscendo l’importanza di una valutazione accurata. Tuttavia, ci preme condividere alcune osservazioni e preoccupazioni che sono emerse dai nostri recenti rilievi.
A poche settimane dall’inaugurazione del nuovo Pronto Soccorso (P.S.) del Delta, iniziativa indubbiamente positiva, emergono ancora dubbi e preoccupazioni rilevanti riguardo alla pianificazione sanitaria nel territorio del Delta. Le riflessioni nascono dal fatto che, sebbene la struttura del P.S. sia stata adeguata alle normative vigenti, i posti letto dell’osservazione breve, noti come OBI, e Medicina d’urgenza siano stati ridotti da 12 a 8. Questa scelta sembra contrastare con l’idea non tanto di espansione quanto di mantenimento di una qualità del servizio elevata. Soprattutto durante il periodo estivo.
Riconosciamo l’importanza del lavoro emergenziale nel preservare vite umane e nell’abilità di diagnosticare precocemente. Tuttavia, ad oggi, il numero di pazienti affidati a un infermiere è aumentato da 12 a 15 o 18 senza la presenza del diurnista. Forse sarebbe opportuno non solo istituire nuove figure professionali, ma anche assumere personale infermieristico e operatori socio-sanitari (O.S.S.). Da ciò sorge la domanda: inauguriamo una nuova struttura, riduciamo i posti letto e poi dove vengono destinati i pazienti? Li trasferiamo a Cona o ad Argenta, come accade per gli anziani del reparto di medicina? Qual è la logica dietro questa decisione?
Le seguenti analisi invece emergono come risultato delle indagini condotte:
Mancanza di equilibrio nell’assegnazione del personale medico: È emerso un dislivello nell’assegnazione degli anestesisti tra l’Ospedale del Delta e altre strutture ospedaliere. Si è notato che, in caso di necessità, gli anestesisti sono spesso prelevati dal Delta per coprire turni in altre strutture, ma non si verifica il viceversa. Questo sbilanciamento solleva domande sulla gestione del personale e potrebbe indicare una pianificazione inadeguata delle risorse umane.
Depotenziamento dell’Oncologia e mancata reintegrazione: La decisione di spostare un medico (Dr.ssa R…i) a Cento ha comportato un depotenziamento dell’oncologia presso l’Ospedale del Delta. Tuttavia, non sembrano esserci misure chiare per reintegrare le competenze perse. Ciò solleva interrogativi sulla continuità della cura e sulla pianificazione del personale.
Utilizzo del personale come come “Riserva” senza adeguato rimpiazzo: L’Ospedale del Delta appare sempre più come la “riserva” di professionisti medici, infermieri e Oss, i cui ruoli vengono costantemente richiesti altrove, senza un’adeguata reintegrazione. Questo modello contribuisce a un progressivo esaurimento delle risorse umane e conseguenti carenze nel personale e nei servizi.
Alcuni Esempi:
Disparità nei Servizi Neurologici: Nonostante la presenza di un ambulatorio neurologico al Delta, l’Ospedale non dispone più di un neurologo.
Riduzione dei posti letto e incertezza futura piastra chirurgica: La pianificata riduzione dei posti letto nella piastra chirurgica ad agosto ha sollevato dubbi sulla sua motivazione (si può permettere in periodo estivo con i sette lidi ferraresi al top, la riduzione di 10 posti letto?). Solitamente nei luoghi frequentati da turisti si potenziano i servizi! Ritornano le voci relative alla prevista apertura dei 10 posti di OSCO (l’Ausl su questo tema ci ha smentito per poi fare retromarcia ufficializzando il progetto ai sindacati, “mera ipotesi di studio di fattibilità” cit.).
Carenze organiche nel personale Infermieristico e OSS: le carenze nel personale medico, infermieristico e degli OSS sono evidenti, eppure questi professionisti vengono ulteriormente a mancare perché l’Ausl invece di assumere reimpiega le figure sanitarie per iniziative territoriali. Questo comporta indubbiamente sovraccarichi di lavoro, tempi di attesa più lunghi e una minore qualità dell’assistenza. La strategia di aprire servizi territoriali a scapito degli ospedali, incluso il Delta, solleva domande legittime sulla logica dietro questa riorganizzazione.
Sottoutilizzo dei professionisti spostati: Il personale spostato dal Delta per coprire carenze o per aprire nuovi servizi sembra lasciare posti vacanti che non vengono prontamente riempiti, con potenziali effetti negativi sulla qualità dell’assistenza, lo ribadiamo a chiare lettere.
Necessità di investimenti tecnologici adeguati: La mancanza di un piano di investimenti adeguato per l’aggiornamento tecnologico (a Cona sono stati spesi sei milioni di euro mentre pochi spiccioli sono stati destinati all’Ausl) potrebbe influenzare la qualità e l’efficienza delle prestazioni sanitarie. La mancanza di risorse può portare a un degrado dei sistemi informatici e delle attrezzature mediche.
Risorse dell’Ausl quasi esclusivamente allo IOR di Argenta: il 24/2/2022 è stata stipulata una convenzione tra Ausl ed il prestigioso Istituto Ortopedico Rizzoli nella quale vengono stanziati dall’Ausl di Ferrara ingenti risorse (integrazione delibera 41 del 24/2/2022 allegato 1 e 3) e si lascia la piastra chirurgica dell’ortopedia del Delta priva di strumenti di ammodernamento tecnologico e con carenza di personale. Ci si chiede quindi il perché Il Delta con competenze e specializzazioni pari all’istituto Ortopedico Rizzoli venga trascurato e quasi dimenticato dalla dirigenza.
Mancanza di chiara pianificazione e investimenti futuri: la mancanza di informazioni sulla pianificazione, gli investimenti futuri e gli adeguamenti tecnologici per l’Ospedale del Delta solleva necessariamente dubbi sulla sua sostenibilità a lungo termine.
Strategie per la fidelizzazione del personale: L’azienda Ausl dovrebbe sviluppare strategie efficaci per trattenere professionisti e infermieri, al fine di evitare una fuga di competenze verso altre strutture ospedaliere. Su questo tema: Non è dato sapere.
Mantenimento dello standard strutturale: È emerso che l’Ospedale del Delta presenta difetti strutturali, come cerotti ai pavimenti, mancanza di sedie adeguate per alzare i degenti, letti rotti o malfunzionanti (privi di campanello). Questi elementi non aiutano certo a mantenere la qualità degli standard di qualità e contribuiscono ad accrescere l’idea di scarsa accoglienza per gli assistiti e influiscono sulla percezione dell’ospedale da parte dei pazienti.
Sappiamo bene che il sistema sanitario italiano è alle prese con significativi problemi di bilancio, ma la sanità dell’Emilia-Romagna è ancora considerata di qualità. Tuttavia, perché dobbiamo recarci fuori regione per eseguire esami di risonanza magnetica o rivolgerci a strutture private convenzionate, che stanno proliferando? La stessa situazione si verifica per le visite specialistiche e le terapie fisioterapiche, un semplice prelievo di sangue per esami è diventato complesso (servono almeno 7/15 gg quando va bene mentre un tempo ci volevano al massimo 2 giorni perché fosse eseguito). Non intendiamo criticare il coinvolgimento del settore privato nella collaborazione con il settore pubblico, ma c’è una differenza tra l’integrazione dei servizi e la completa delega a strutture convenzionate, ad eccezione dell’ospedalizzazione. Eppure, i cittadini continuano a sostenere finanziariamente il servizio sanitario pubblico tramite le tasse, ma spesso si ritrovano in liste d’attesa perpetue e devono rivolgersi al settore privato e affrontare ulteriori spese. Come si giustifica questa situazione? E cosa succede a coloro che non possono permettersi i costi del privato? A pensar male si potrebbe supporre che c’è in corso una strategia volta a portare i pazienti sempre meno verso il servizio sanitario pubblico e sempre di più al privato.
L’ospedale del Delta è stato creato sulla base di una precisa programmazione sanitaria, pensata per servire un vasto territorio in collaborazione con Cona, al fine di rispondere adeguatamente alle necessità della popolazione. Tuttavia, nel corso degli anni, molti servizi sono stati ridotti, i medici non sono stati sostituiti e l’impressione che si stia lavorando per ridurre i posti letto è forte. Per parte nostra, il fatto che non sia stata fornita una risposta chiara riguardo ai posti letto è altamente significativo. Durante la pandemia di COVID-19, il servizio sanitario pubblico ha dimostrato il proprio impegno e dedizione da parte del personale, sebbene le strutture abbiano mostrato alcune carenze. Dobbiamo trarre insegnamento da questa esperienza.
Davide Stabellini Segretario provinciale PSI
PSI del Delta sezione Alda Costa
Associazione Socialista Liberale