Eventi e cultura
21 Agosto 2023
Sgarbi: "Il suo tratto ludico con la grazia di un miniatore"

Quattro anni dalla scomparsa di Gabriele Turola, “artista eclettico che ha dipinto la sua Ferrara Magica”

di Redazione | 3 min

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Artista eclettico, visionario, ha sondato la forza magica della natura e dato forma e immagine a favole, miti, leggende. La sua forma espressiva passava dal colore, grande protagonista delle sue opere, conosciute, apprezzate, esposte e ammirate anche a Tel Aviv, Barcellona, Tokyo, Parigi, Berlino, Bruxelles, oltre che a Milano, Torino, Vicenza e in diverse gallerie internazionali. Amico di Lisa Ponti, figlia dell’architetto Gio Ponti, era figlio di un gallerista (il padre Bruno) e nella sua vita conobbe così grandi esponenti del novecento dell’arte come De Chirico, Morandi, Annigoni, Guidi, Saetti, Carlo Levi.

Gabriele Turola lasciava questo mondo ad agosto 2019 (e ad agosto nacque, il giorno 13 del 1945). La sua è stata una morte improvvisa, quando l’artista aveva 74 anni. Di lui Vittorio Sgarbi disse: “Il suo tratto ludico, con la poesia e la grazia di un miniatore – dice – aveva vaghe consonanze anche con il mondo surrealista di Savinio, De Chirico e Depero”.

“Turola è stato un grande illustratore ferrarese, sicuramente uno dei più grandi nel secolo scorso”, dice Lucio Scardino che lo seguì e, da editore (casa editrice Liberty House), ne pubblicò libri, anche di poesie, come ‘La voce delle cose’ (1992), ospitando spesso suoi contributi anche in cataloghi e libri dedicati ad autori come Oreste Marchesi, Gaetano e Carlo Tassi, Anita Raffaella Cavalieri, Roberto Guerra.

“La  forza di Gabriele era la capacità di tradurre il mondo magico, fantastico, ancestrale, onirico che riusciva a immaginare, giocando su creatività, policromia, geometrie, dettagli”, dice l’assessore alla cultura Marco Gulinelli. Per Scardino “Gabriele era un figurativo che guardava alle avanguardie e che conservava nei suoi lavori lo spirito e la forza dei grandi movimenti del novecento con cui era entrato in contatto. Un artista dalla grande personalità, dallo stile originale e che sapeva condurre il suo pubblico in viaggi fantastici, in una realtà dell’altrove, dove l’arte la faceva da protagonista, attraverso la forza e la magìa del colore. Dopo un periodo in montagna, negli anni ‘60, tornò nella sua Ferrara e da questa fu fortemente ispirato. Ricordo ad esempio, un suo quadro del 1998 dedicato ai cinquecento anni dalla morte di Savonarola, ricchissimo di simboli e di riferimenti alla città. Mi dedicò un dipinto, con dedica, che conservo tra i miei ricordi più belli. Fu un amico e un grande artista ferrarese”. Turola frequentò il liceo Classico Ariosto e l’Istituto d’arte Dosso Dossi di Ferrara, fu anche scrittore e giornalista (collaborò, tra le altre anche per “La pianura” e “L’ippogrifo) e critico d’arte. Nel 2013 pubblicò per i tipi di Faust il libro “Misteri di arte e magìa”, con la prefazione dell’astrofisica e divulgatrice Margherita Hack. Nella sua autobiografia racconta che il suo obiettivo era rappresentare “il mistero dell’uomo attraverso favole, miti, leggende, sogni, tradotti in colori accesi”.

L’Unesco nei primi anni 2000 ha ricavato da un suo quadro, dal titolo “L’Arca di Noè”, una cartolina d’auguri tradotta in tutte le lingue e spedita in tutto il mondo. Tra le altre cose, nel 2006, la galleria Biasutti & Biasutti di Torino gli dedicò una monografia, con catalogo di 220 pagine con testo critico della celebre critica e storica dell’arte milanese Elena Pontiggia.  Era noto il suo amore per gli animali, in particolare per i gatti, a cui dedicò il libro “Nel magico mondo della gatta Sofia”,   illustrato da Franca Camisotti Felloni.
La galleria Idearte di via Terranuova 41, nel dicembre  2019 – e fino al 31 gennaio 2020 – lo ha celebrato con una retrospettiva dal titolo “Le Carte di Gabriele”, curata dallo stesso Scardino.
Recentemente Giuliano Trombini lo ha omaggiato nel suo libro “100 artisti ferraresi”, riservandogli una tavola del suo taccuino. Il famoso atelier Felloni Tessuti di via Canonica a settembre 2022 ne ha esposto alcuni testi e quadri dove appaiono Ferrara e alcuni suoi paesaggi fantastici e magici, perché magica, come sottolineato nella presentazione, era per lui Ferrara.
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