Sono già quasi 400 le firme della petizione lanciata su change.org per salvaguardare il centro di riabilitazione San Giorgio di Ferrara e scongiurare un rischio di chiusura che, stando al testo della petizione, sarebbe tangibile e porterebbe alla perdita di un centro di eccellenza a livello nazionale.
La petizione, rivolta al presidente della Regione Emilia-Romagna, del Consiglio regionale e a tutti i capigruppo regionali, entra nel merito della situazione della Riabilitazione San Giorgio “che rappresenta un’eccellenza con il Reparto di Riabilitazione intensiva San Giorgio all’interno dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara” – che da oltre 40 anni continua ad essere riferimento alla Rete Riabilitativa per le Gravi Cerebrolesioni (Gracer) dell’Emilia Romagna – contestando le recenti decisioni introdotte dalle disposizioni della Regione Emilia-Romagna.
Si tratta di disposizioni che prevedono, stando a quanto riferito nella petizione, la “chiusura di una parte della Riabilitazione intensiva S. Giorgio situata nel Polo Ospedaliero di Cona per 4 mesi, dal 28 maggio al 30 settembre”, con “contemporanea riduzione dei posti letto del 25% circa (da 70 a 46)” e “ulteriore riduzione, all’interno dei posti letto rimanenti (46), di quelli riservati alle patologie piu’ gravi (cod. 75) diventati meno della metà, solo 20, e comprendenti anche patologie meno gravi (cod.56), oltre all'”autorizzazione da parte la Regione Emilia-Romagna, tramite la Direzione Generale Cura della Persona, Salute e Welfare, a trasformare posti letto di degenza di riabilitazione intensiva codice 56 in posti letto codice 75 (Neuroriabilitazione) dedicati alle gravi cerebrolesioni presso una struttura sanitaria privata situata nell’area dell’Emilia Orientale, a Bologna”.
Tutte disposizioni che “inducono inevitabilmente forte preoccupazione nei familiari di persone affette da gravi patologie neurologiche e cerebrali perché evocano scenari legati all’abbandono e alla solitudine”.
“Il dato oggettivo legato ai provvedimenti messi in atto dalla Regione Emilia-Romagna – si legge nel documento firmato da numerosi cittadini utenti del servizio sanitario – vede una netta riduzione delle possibilità di assistenza altamente qualificata che si caratterizza anche per la forte interazione con le famiglie nei percorsi di cura. Il grave ed evidente rischio è quello di sottrarre alla sanità pubblica e alle strutture pubbliche-private già esistenti nel territorio regionale e in particolare nell’Emilia Orientale, posti letto già dedicati alla riabilitazione delle gravi cerebrolesioni: l’organizzazione prevista dalla rete Gracer costituisce un modello per l’intera Regione e per il territorio nazionale perché, oltre a soddisfare in tutti questi anni le richieste e la qualità dell’assistenza, interpreta e incardina i principi fondanti del nostro sistema sanitario pubblico e universalistico, capace al tempo stesso di costruire rapporti trasparenti ed efficaci anche con parte della sanità privata, a motivo della forza del modello, dei suoi contenuti e del governo dello stesso. Per questo, quanto deliberato dalla Regione nel recente periodo, mina alle fondamenta la solidità, la trasparenza e la visione del sistema sanitario regionale, impattando negativamente sui processi di cura rivolti alle persone più fragili.
“Noi sottoscritti – conclude il testo della petizione – ci rivolgiamo al governo e al consiglio regionale affinché possano attivarsi per salvaguardare il “San Giorgio” centro di eccellenza e di sostegno ai pazienti ed alle loro famiglie. Nel passato la struttura socio-sanitaria era stata già privata della sua fondamentale caratteristica di andare oltre le cure cliniche dando sostegno al reinserimento sociale degli utenti. Si chiede che con un’inversione di tendenza, rispetto allo smantellamento della sanità pubblica, si salvaguardino quelle strutture che hanno contribuito all’eccellenza del sistema sanitario regionale alleviando le sofferenze di tanti, avviandoli sulla strada del recupero delle migliori condizioni cliniche possibili ed evitando la loro emarginazione sociale”.
Sulla raccolta firme online in cui si paventa la riduzione dei posti letto del 25%in via definitiva e conseguentemente il trasferimento di gravi cerebrolesi mandati a Bologna in struttura privata, interviene la direzione sanitaria del Sant’Anna con alcune precisazioni: “La riduzione di 24 posti letto del Centro è limitata al periodo estivo e rientra nel complessivo piano che la Direzione Sanitaria dell’Azienda Ospedaliero Universitaria ha predisposto, come ogni anno, e che prevede il rallentamento di alcune attività, anche in relazione alla difficoltà a reperire personale. In tale periodo i posti letto sono 46, utilizzati in modo funzionale per pazienti di diversa complessità. Va altresì considerato che la Delibera regionale numero 2125 del 2005 prevede, per il centro hub regionale per cerebrolesioni presso l’ospedale di Cona una dotazione di 25 posti letto”.
“In ogni caso – aggiunge la direzione sanitaria dell’Azienda ospedaliero-universitaria – l’assetto di questo periodo, che si ribadisce essere temporaneo, consente comunque di garantire l’espletamento delle attività riabilitative nella loro completezza e anzi è stata potenziata l’attività fisioterapica all’interno del Dh riabilitativo anche per pazienti ambulatoriali e presso gli altri reparti dell’ospedale, esigenza molto sentita dai pazienti e dalle loro famiglie e che ha consentito un maggior numero di dimissioni a domicilio limitando l’utilizzo di altri centri riabilitativi”.
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