Lagosanto. Taglio del nastro per il nuovo pronto soccorso dell’ospedale del Delta, inaugurato oggi (19 luglio) al termine di un importante e corposo intervento di riqualificazione e ammodernamento che ha apportato migliorie ed efficientamento degli spazi, dei percorsi e dei modelli organizzativi per un investimento complessivo che ammonta a circa 2,8 milioni di euro, finanziati per 2 milioni dalla Regione e 800mila euro dal finanziamento ex DL 34/20.
I lavori, partiti a inizio dicembre 2022, hanno permesso la riqualificazione della rete dell’emergenza urgenza ospedaliera, con riferimento agli aspetti tecnici, impiantistici, distributivi e funzionali, senza impattare sui servizi sanitari grazie alla realizzazione di un pronto soccorso temporaneo che negli ultimi sei mesi ha garantito la funzionalità del servizio di emergenza durante l’esecuzione dei lavori all’interno dell’attuale pronto soccorso, riattivato e tornato operativo dal 13 luglio.
Il progetto ha interessato quattro punti cardine: recupero funzionale della struttura esistente e adeguamento impiantistico, migliorie operative e funzionali dei percorsi di accesso, delle sale di attesa e delle aree di lavoro del personale, umanizzazione (riconoscibilità dei percorsi per utenti e personale), sostenibilità ambientale (impianti meccanici di trattamento aria con una serie di controlli di ultima generazione, diffusione aria all’interno dei locali con “travi fredde” a soffitto, utilizzo di materiali riciclabili.
Nello specifico, il cantiere ha visto la riqualificazione dell’intero pronto soccorso con realizzazione di un’espansione della camera calda, di nuovi ambulatori “open space” che consentano di ottimizzare i percorsi di accesso sanitari e di spazi di servizio e supporto, l’ottimizzazione e separazione dei percorsi in base al codice colore (ambulatori codici verdi–azzurri nell’area a bassa criticità e ambulatori codici arancio–rossi nell’area ad alta criticità) e la realizzazione di locali attrezzati per codici rossi. Ma anche l’espansione della camera calda e ampliamento degli spazi di attesa articolati per tipologia di utenti ed accompagnatori e il rifacimento completo della dotazione impiantistica.
Inoltre sono state anche ampliate alcune dotazioni tecnologiche: è stata acquisita una diagnostica radiologica portatile di pronto soccorso e si sono aggiunti due pensili per la sala emergenze, quattro monitor multiparametrici per il monitoraggio di parametri fisiologici, cinque saturimetri e cinque letti elettrici per la Medicina d’Urgenza per il valore complessivo di circa 180mila euro.
“Oggi – esordisce Monica Calamai, direttrice generale dell’Ausl – celebriamo tutti insieme questo importante risultato per dare risposte di prossimità sul territorio, ma soprattutto per ridurre i tempi di attesa al pronto soccorso e fornire assistenza a chi ne ha bisogno con maggiore immediatezza e soddisfazione della popolazione. Fare tutto ciò da soli non si può, perché da solo nessuno vince. E questo progetto, condiviso con tutti i professionisti che lavorano in questo ospedale, ce lo dimostra. Ci abbiamo creduto tutti insieme e oggi possiamo dire di avere un pronto soccorso che è a portata sia del cittadino che di chi ci lavora“.
Per Alice Zanardi, sindaca di Codigoro e presidente dell’Unione Delta del Po, il nuovo pronto soccorso rappresenta un “traguardo significativo per la sanità di tutto il comprensorio” utile a “guardare in modo coeso e compatto alle politiche sanitarie, dal momento che da qui parte il rilancio di una struttura che serve al Delta, all’intera provincia e ai turisti che vengono in vacanza”. “Quello alla salute – aggiunge la prima cittadina – è un diritto che spetta ai cittadini e l’obbligo è difendere la sanità pubblica, che sta soffrendo in questo periodo“.
Un punto, quest’ultimo, su cui si sofferma Raffaele Donini, assessore alle Politiche Sanitarie della Regione Emilia-Romagna: “Per innovare il sistema dobbiamo richiamare lo Stato, che negli ultimi quindici anni ha tagliato la sanità e ancora oggi continua a farlo, indipendentemente dal governo. Il nostro obiettivo oggi è quello di proporre una legge regionale che obblighi il Parlamento a discutere di ancorare il fondo sanitario nazionale al 7,5% del Pil e a eliminare il tetto di spesa per il personale dipendente. Dobbiamo tirare fuori questi soldi – conclude – perché la sanità deve tornare a essere la priorità. E, in tal senso, le regioni, guidate dalla Regione Emilia-Romagna – possono rimettere la sanità al centro del Paese“.
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