di Roberto Manuzzi
Della bionda direttrice (pardon, “direttore”) d’orchestra si è discusso molto e la sua figura pare fatta apposta per fare discutere. Ma si sa, nel mondo della comunicazione social la sovraesposizione mediatica è importante al punto di sopravanzare qualsiasi discussione sui meriti e sulle qualità specifiche.
Quello che è arcinoto della Venezi oltre alla vicinanza con Fratelli d’Italia è che proviene da una famiglia di stretta ideologia di destra (suo padre era un dirigente di forza Nuova nella sua città, Lucca).
Ora, non che questo sia di per sé un motivo per considerare sospetta la scelta di eseguire quel brano (anche se due indizi fanno una prova), ma la sua giustificazione dell’esecuzione dell’Inno a Roma, musicato controvoglia da Puccini e che divenne a posteriori una sorta di inno identitario per il movimento sociale di Almirante (che lo usò nei suoi congressi) è stata che “si tratta di un brano patriottico” e che “rappresenta la storia degli italiani”.
Per carità, di brani con valore storico e identitario ne esistono milioni, il più è restituire alla storia la sua verità.
E questo continuo riscrivere la storia a proprio vantaggio rimescolando valori e significati è tipico della destra, che fra un po’ troverà il modo di inserire nel suo personale pantheon anche gli anarchici Sacco e Vanzetti. Guccini ahimè è gia da tempo divenuto materiale musicale buono per i raduni della destra, dato che la figura dell’anarchico giustiziere della “Locomotiva” solletica molto le fantasie degli “arditi” neo nazionalisti, dimostrando con ciò di non avere capito un bel nulla di quello che la canzone vuol far intendere.
E comunque, se tutto vale e tutto è lecito, propongo d’ora in poi di eseguire nuovamente l'”Inno delle nazioni” di Verdi nella versione che ne fece Arturo Toscanini nel dopoguerra che, con l’intento di celebrare tutte le forze di liberazione dal nazifascismo, inserì oltre agli inni francese, inglese, italiano anche l”Internazionale socialista” in omaggio alle truppe sovietiche.
Anche questo ha un profondo valore storico (eh, ma Toscanini era di parte…).
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