Attualità
9 Giugno 2023
Grido d'allarme della docente e responsabile Rsu Marzia marchi: "Ci siamo sempre dovuti adattare, ma ora vogliamo un posto stabile e sicuro. Le priorità di questa città sono sbagliate: stadio nuovo e sovradimensionato in centro e istituto statale sfrattato"

Cpia ‘sfrattato’, scuola statale senza sede: “Non sappiamo dove ci troveremo il 1° settembre”

di Redazione | 3 min

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“L’avevo previsto, detto e scritto. Le priorità di questa città sono sbagliate: uno stadio nuovo e sovradimensionato in centro e una scuola statale sfrattata a giugno”. E’ amaro lo sfogo di Marzia Marchi sul destino della scuola in cui insegna, la Cpia (Centro provinciale per l’istruzione degli adulti) e dove, oltre che docente, è rappresentante sindacale Rsu e dei lavoratori per la sicurezza (Rls).

Ed è proprio nella veste sindacale che leva alto il suo grido d’allarme per un istituto statale che si ritrova senza una sede e al momento senza alcuna soluzione in vista della ripresa delle attività didattiche il 1° settembre. Una vicenda che coinvolge non solo i dipendenti della struttura, ma centinaia di studenti, oltre mille all’anno, che si rivolgono al Cpia, dove vengono recuperati i giovani oltre i 16 anni che non hanno evaso l’obbligo scolastico, accolti i lavoratori che vogliono raggiungere un diploma con corsi serali o gli stranieri che devono imparare la lingua italiana, fondamentale per potersi integrare nel mondo del lavoro e ottenere un permesso di lungo soggiorno.

La scuola, come riferisce Marzia Marchi, si trovava “allocata dal settembre 2015 in condivisione con l’istituto Aleotti-Dosso, dove occupiamo anche una parte di seminterrato, alluvionato più volte”. “L’ultimo grave episodio, il 19 agosto del 2022 – prosegue – ci ha costretto a traslocare la nostra segreteria amministrativa e la dirigenza nei locali castigati di via Madama 35, attuale sede dell’Ufficio scolastico territoriale, dove non abbiamo nemmeno la dignità di un campanello. Abbiamo fatto un anno divisi a metà, abbiamo subito ingenti danni del nostro materiale e vissuto per tutto quest’anno scolastico in mezzo alla muffa di alcune aule, parzialmente recuperate al piano seminterrato. Sono ufficiali le mie relazioni di Rls (rappresentante per la sicurezza dei lavoratori)”.

Ma non è tutto, perché “ora i locali sono stati risistemati in fretta e furia (peraltro durante le nostre ore di attività che vanno dalle 9 alle 22), per farvi traslocare un’altra scuola la quale deve fare i conti con aule disastrate, in cui l’acqua non arriva dal basso ma cade dall’alto. Una guerra tra poveri. Siamo una scuola con un proprio personale e un proprio dirigente, una scuola statale, e a oggi non abbiamo più una sede. Nonostante le interlocuzioni avviate ancora non sappiamo dove ci ritroveremo il 1° settembre, tra meno di 3 mesi”.

La necessità del Cpia è, per così dire, basilare: serve trovare una sede idonea per un’utenza giovane e adulta, in gran parte femminile, spesso povera di mezzi di trasporto. E serve trovarla in tempi brevi. E soprattutto “serve una sede stabile – rimarca Marzia Marchi – che rimanga un punto di riferimento culturale e sociale per l’utenza straniera che a scuola non solo apprende la lingua, ma si approccia con i servizi e la cultura del territorio mescolandosi alla popolazione adulta locale che nei nostri corsi trova una seconda opportunità di apprendimento”.

“Abbiamo accolto il sindaco – conclude Marchi – per un sopralluogo dopo gli eventi calamitosi, ci siamo adattati a gestire la limitazione di aule dovute all’alluvione, abbiamo chiesto e ottenuto il patrocinio del Comune per la presentazione di un docu-film sulla nostra attività scolastica che prevede anche la gestione dell’istruzione in carcere. Ora vogliamo semplicemente una sede, con i criteri di sicurezza, accessibilità e visibilità che vengono dedicati a tante altre attività, che non si possono nemmeno lontanamente comparare con l’importanza dell’istruzione pubblica. O vogliamo mettere in discussione questo principio?”.

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