Lettere al Direttore
7 Giugno 2023

L’importanza del brand “Valli di Comacchio”

di Redazione | 2 min

Brand, un inglesismo ormai entrato nel linguaggio comune in grado di sintetizzare tutti gli elementi tangibili (marchio) e intangibili (marca) che si percepiscono allorquando lo si nomina, lo si vede o lo si sente. In pratica tutto ciò che un prodotto, un ambiente o un servizio rappresenta e suscita in chi ne fruisce attraverso il nome, lo slogan, il logo, la comunicazione, poiché è in grado di evocarne la storia e/o esaltarne la reputazione aziendale, rendere vivi i valori che porta con sé e il significato intrinseco che vuole comunicare. Orbene, la locuzione “Valli di Comacchio”, accompagnata dal logo, passera con corona in campo oro, costituisce un vero brand, un patrimonio la cui importanza si lega alla secolare attività di vallicoltura e di lavorazione del pescato esercitata per secoli a Comacchio, in un ambiente dove l’umano sapere locale, frutto di dedizione e duro lavoro, ha piegato la natura al soddisfacimento dei propri bisogni. Per secoli si è “coltivata” la valle modificandone l’assetto a seconda delle necessità, con gestioni idrauliche accorte, interpreti dell’istinto dell’ittiofauna presente, specializzando via via tecniche e modalità di pesca, affinando e perfezionandone la strumentazione di supporto, provvedendo nel contempo allo sviluppo della lavorazione (fabbricatura) di parte del pescato (salatura, marinatura e friggitura) secondo modalità un tempo esclusive solo di alcune famiglie comacchiesi per poi divenire negli anni 30 del novecento, con l’industrializzazione del processo, attività di eccellenza dell’Azienda Valli Comunali di Comacchio, dove le anguille ridotte in tranci (morelli), marinate da sapienti lavoranti addette a ravvivarne i fuochi (donne da fogara), racchiuse in contenitori dapprima di legno (barili e zangole) e successivamente di latta, si sono imposte per ineguagliabile apprezzamento nel mercato italiano con le tipologie “morellotto”, “morello stragrosso”, “Fossa di Porto” e “Caldirolo”, varcando sovente anche i confini nazionali. Nonostante le scelleratezze e negligenze degli ultimi decenni che hanno riguardato le Valli di Comacchio, il brand sopravvive a sè stesso; francamente non si capiscono le motivazioni di cotanta inedia e apatia dei soggetti preposti alla sua tutela, miopi verso l’importanza di un tale patrimonio, e nel contempo così motivati verso azioni che inducono al declassamento dello stesso, dissociandone le attività e accompagnandolo ad altri logo. Il ricorso a formule gestionali delle Valli e della lavorazione del pescato di dubbia e maldestra efficacia rinnegano l’unicum di cui il brand è testimonianza e che meriterebbe per la sua salvaguardia urgentemente ben altro approccio. Nell’attesa di future e più assennate decisioni in merito, non rimane che rievocare l’invito di un datato ma efficace slogan pubblicitario……meditate gente, meditate.

Maurizio Paiola

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