Goro
6 Giugno 2023
I molluschi bivalvi esposti alla predazione della specie alloctona: "Effetti devastanti, oltre 50 cooperative e 1.800 lavoratori a rischio"

Sacca di Goro invasa dal ‘granchio blu’, vongole a rischio

di Redazione | 3 min

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Goro. È allarme tra gli allevatori di vongole della Sacca di Goro, dove il grande afflusso di acqua dolce derivante dallo sgrondo a mare delle acque piovane dei fiumi e della rete della bonifica ha modificato nelle scorse settimane l’equilibrio ambientale, in particolare la salinità, con cambiamenti del posizionamento delle vongole nei fondali delle concessioni. Una “risalita” verso la superficie che le ha esposte in modo molto sensibile alla predazione del cosiddetto “granchio blu” o granchio reale (Callinectes sapidus).

“È una specie proveniente dalle coste americane – racconta Leonardo Aguiari, direttore di Naturedulis – arrivata nel Mediterraneo tramite le acque che le navi mercantili utilizzano come zavorra per il bilanciamento dell’asse di navigazione e si sta rivelando particolarmente aggressiva e invasiva. Inizialmente la sua comparsa non ha destato particolare attenzione, poiché la popolazione sembrava contenuta e la sua dieta sembrava limitata addirittura al granchio nostrano, ma con l’esplosione della primavera di quest’anno, sta rapidamente aumentando di numero e ha cominciato una vera e propria strage di vongole veraci. A differenza del granchio nostrano, infatti possiede chele molto robuste e dimensioni triple, oltre ad una forte aggressività, tanto che si sta collocando ai vertici della catena alimentare e pochi predatori si azzardano ad affrontarlo”.

L’effetto che ha sui vivai di bivalvi della Sacca di Goro è devastante: riduce in briciole il seme più piccolo e riesce a scalfire la conchiglia delle vongole più grandi insabbiate più superficialmente.

L’appello di Coldiretti Impresa Pesca è di attivare iniziative di salvaguardia degli allevamenti di bivalvi, agendo sulla presenza di questa specie, da contenere il più possibile, in quanto estranea al contesto biologico. “Si tratta di una specie commestibile, per cui – continua Aguiari – anche contribuire a dotare i pescatori delle attrezzature necessarie per la cattura potrebbe essere un valido aiuto alla riduzione della sua presenza. In aggiunta occorre pensare anche a proteggere gli allevamenti di vongole veraci, eccellenze del gorese, area leader in Europa per la produzione di molluschi bivalvi, con reti, recinti appositi e quant’altro possa servire a tenerle al riparo dall’appetito del granchio”. Coldiretti Impresa Pesca ha già avviato una serie di segnalazioni alle autorità competenti per verificare i possibili iter di ristoro degli operatori o gli eventuali contributi per dotarsi delle necessarie attrezzature.

Oltre a Coldiretti a segnalare il fenomeno alle autorità è la società cooperativa La Valle di Rino Conventi, che parla di una vera e propria invasione in corso della specie alloctona, che sempre più sta mettendo a repentaglio gli investimenti delle oltre 50 cooperative che impiegano 1.800 persone nell’allevamento della vongola. “La predazione progressiva delle vongole allevate – spiega Conventi – porterebbe in poco tempo al tracollo di un intero comparto che ha rappresentato e rappresenta un’eccellenza in ambito di imprenditoria privata, arrivando a occupare una percentuale importante della totale forza lavoro nell’area del Delta del Po”. Alle istituzioni, e in particolare all’assessore regionale, Conventi chiede di attivarsi in tempi brevi, “coinvolgendo i dipartimenti delle locali università, le start-up che già sono attive per combattere questa vera e propria calamità, le associazioni della pesca rappresentate nella Consulta Ittica Regionale e ogni altro soggetto che sia ritenuto portatore di valido contributo alla causa”.

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