Lettere al Direttore
2 Giugno 2023

Talmelli sul 25 Aprile

di Redazione | 3 min
L’Italia del 25 aprile 1945 era un’Italia in macerie, piegata da profonde lacerazioni civili e umane. Poco più di un anno dopo, il 2 giugno 1946, i cittadini scelsero la Repubblica alla Monarchia ed elessero l’Assemblea costituente, dando il via a un’opera di ricostruzione morale, istituzionale, politica e anche materiale che ci ha regalato decenni di prosperità, ricchezza, libertà ed etica. Non vinsero le logiche da regolamento di conti, vinse l’unità e la voglia di fare. Siamo il Paese che uscì in ginocchio dalla guerra, ma è ripartito a testa alta diventando uno dei fondatori dell’Unione Europea e tra le prime potenze economiche del mondo.

Questa è la nostra storia, una storia scritta dai padri costituenti, ma anche e soprattutto dai cittadini e dalle cittadine che fecero la loro parte in tutti gli ambiti del vivere civile: scuola, famiglia, lavoro, istituzioni. Fu senza dubbio un nuovo rinascimento democratico che, voglio ricordarlo, partì con una grande conquista: il 2 giugno 1946 segna il primo voto a suffragio universale, il primo voto aperto quindi anche alle donne che mai avevano potuto esercitare questo diritto prima.

Nel suo ultimo discorso ai gruppi parlamentari del 28 febbraio 1978, Aldo Moro disse “Se fosse possibile saltare questo tempo e andare direttamente a domani, credo che tutti accetteremmo di farlo, ma non è possibile. Oggi dobbiamo vivere, oggi è la nostra responsabilità. Si tratta di essere contemporaneamente coraggiosi e fiduciosi, si tratta di vivere il tempo che ci è stato dato con tutte le sue difficoltà…Camminiamo insieme perché l’avvenire appartiene in larga misura ancora a noi”.

Sono parole che ritornano forti nella mente in questi giorni difficili in particolare per i territori a noi vicini colpiti dall’alluvione: a quelle popolazioni devono essere indirizzati tutti gli sforzi di ricostruzione ed economici, oltre che la presenza e la vicinanza delle Istituzioni. Solo così potremo rendere presente i valori della nostra Repubblica Italiana, nel solco di quel “camminiamo insieme” che ci indica la strada maestra per venirne fuori. Dobbiamo restare uniti come fecero i nostri padri costituenti, dobbiamo rileggere quelle pagine come faro per la sfida che ci attende dopo quest’ennesima emergenza. Il Partito Democratico di Ferrara ha promosso e sostenuto fin da subito la raccolta fondi e l’attività di volontari e volontarie proprio in segno di solidarietà e umanità nei confronti dei comuni vicini.

Un proverbio dice che sono degni del massimo rispetto e onore tutti coloro che hanno avuto il coraggio di piantare alberi sotto la cui ombra altri si sono riparati.

Rendiamo onore a quella generazione intera di persone che durante la Resistenza hanno saputo opporre la propria vita alla banalità del male, perché altri potessero vivere in pace in un paese finalmente libero, giusto e democratico. Il nostro compito è alimentare continuamente questa pianta con le idee e responsabilità, le nostre scelte e il nostro impegno.

Buona Festa della Repubblica!

Alessandro Talmelli, segretario Unione Comunale Pp Ferrara

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