di Nicolò Govoni
Da una parte l’orgoglio di una città, dall’altra quello di un presidente che vuole rialzare la testa dal fallimento di quest’anno. Tuttavia, regna ancora sovrana l’incertezza sul futuro della Spal, e i tifosi restano in attesa della decisione del presidente newyorkese: ma da Oltreoceano tutto tace, a esclusione del botta e risposta tra il patron biancazzurro e l’ex Palermo Foschi, che poco ha però a che vedere con il futuro del club ferrarese.
Tacopina, si sa, pretende le scuse dai tifosi della Curva; questi, dal canto loro, non vogliono farlo ma chiedono di sedersi a un tavolo e discutere concretamente del futuro della società: e molto passa, ovviamente, dal rapporto tra patron e tifosi, che dopo la partita con il Parma sembrava irrimediabilmente incrinato. Lo strappo, per continuare, andrà per forza di cose ricucito, per remare tutti nella stessa direzione.
Conviene a Tacopina lasciare? Forse no. L’affermazione di non iscrivere la squadra alla prossima Lega Pro sembra più un vuoto moto di orgoglio che una minaccia reale. Già il fatto che il presidente si sia mosso alla ricerca del nuovo direttore sportivo, nonostante il rifiuto di un nome importante come Scala, fa ben sperare. Mollare adesso significherebbe vanificare tutto il lavoro svolto finora con i cospicui investimenti di 25 milioni operati per risanare i bilanci della società, le forze spese sul settore giovanile, sulla squadra femminile appena promossa e sull’immagine della Spal – che fino a qualche tempo fa lo stesso presidente, con mentalità imprenditoriale, voleva rendere un marchio riconosciuto a livello internazionale; ma bisogna fare i conti anche con gli investitori statunitensi che sono stati coinvolti in questi due anni.
Deciderà Tacopina di proseguire oppure di lasciare tutto nelle mani del sindaco di Ferrara? Lo spettro della D rimane un incubo reale per i ferraresi, uno spettro che sembrava ormai lontanissimo, alle spalle, e che nessuno vuole incontrare di nuovo. Ripartire invece da zero dalla Lega Pro, con una nuova programmazione, sarebbe un’opportunità, come dichiarato dallo stesso presidente della Spal, per voltare definitivamente pagina. Da scartare quasi sicuramente lo scenario di un possibile ripescaggio in B: le vicende di Reggina e Sampdoria, insieme all’inchiesta della Procura su Perugia-Benevento, non dovrebbero modificare il verdetto della retrocessione dei biancazzurri.
Si prospetta quindi ancora qualche settimana – una ventina di giorni, così sembra – di preoccupazione per gli spallini, appesi al filo della speranza di non incrociare di nuovo la propria strada con la Serie D: sarebbe un fallimento totale, per la squadra e per la città.
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