Spettacoli
29 Maggio 2023
Tutto esaurito per “Shakespeare tra l'imbarazzo e la tragedia”, il nuovo lavoro che segna il ritorno di Gloria Giacopini e Giulietta Vacis a Ferrara Off

Classico… ma non troppo

di Redazione | 3 min

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Secondo weekend di appuntamenti per il Bonsai Festival, ideato e organizzato da Ferrara Off e giunto alla sua settima edizione. Ad aprirlo, venerdì 26 maggio nella sala teatrale di via Alfonso I d’Este, la prima nazionale di “Shakespeare tra l’imbarazzo e la tragedia” di e con Gloria Giacopini e Elena Schianchi, aiuto regia Giulietta Vacis.

Gloria Giacopini e Giulietta Vacis sono ormai di casa a Ferrara Off, fin da “Sogliole a piacere” (2017) e “Signorina, lei è un maschio o una femmina?” (2019), per arrivare a “Futuro anteriore” e alle riletture di grandi classici come “Piccole donne” e “Il GGG”. Soprattutto sono una garanzia di qualità e originalità: ecco perché, come confessa il direttore artistico del Festival Giulio Costa, “questo spettacolo è un debutto assoluto anche per noi”.

“Shakespeare tra l’imbarazzo e la tragedia” ragiona sulla presunta attualità dei classici e soprattutto sul timore reverenziale che abbiamo nei loro confronti e nei confronti dei ‘maestri’ in senso più ampio. “Durante la pandemia abbiamo avuto il tempo di riprendere in mano i grandi classici della letteratura e del teatro, come per esempio Shakespeare, e rileggerli chiedendoci se fosse proprio vero che sceglieremmo ancora di sentirci raccontare così”, spiega Giulietta Vacis nell’incontro con il pubblico a fine serata. La verità è, continua Vacis, che “la poesia di Shakespeare è unica, ma sotto quella bellezza ci sono concetti che non è detto siano ancora attuali”. Da qui Gloria Giacopini è partita per una sorta di riflessione collettiva attraverso una serie di laboratori – online prima e poi in presenza – da cui ha tratto in parte il materiale per la scrittura dello spettacolo.

Ecco allora che Giulietta e Romeo vengono paragonati ai protagonisti di una serie di Disney Channel, con Romeo comparato a Justin Bieber, mentre Elena e Gloria si rispondono alla domanda “Perché siamo tutte tristi per Rosina?” Rosina aveva rifiutato Romeo ancora prima che lui conoscesse Giulietta, perché è legittimo per una ragazza al giorno d’oggi – forse a quelli di Shakespeare un po’ meno – aspirare a qualcosa di più e di diverso che non “il principe azzurro”. “La bisbetica domata”, invece, diventa una storia per Maria De Filippi, con Ferruccio e Caterina protagonisti di “C’è posta per te” oppure “Uomini e donne”: spettacolare l’imitazione di Gloria dell’indiscussa signora del sabato sera di Canale Cinque. E cosa succederebbe se ascoltassimo la storia di Otello e Desdemona da due signore ‘perbene’, un po’ borghesi vecchio stampo, che ne discutono sotto i caschi del parrucchiere? Ci ritroveremmo forse ad annuire quando una dice che “Desdemona poteva ben fare più attenzione a quel fazzoletto” e l’altra ribatte che alla fine Otello, il moro di Venezia, ha fatto la fine che meritava: “uno in meno… di quelli là”.

Mano a mano che lo spettacolo va avanti, tra una risata e l’altra, Gloria ed Elena guidano il pubblico in una riflessione che va oltre Shakespeare per allargarsi ai ‘padri’ – e alle ‘madri’ – ai ‘maestri’ e alla società in generale, a quello che gli altri si aspettano da noi e quanto di noi stessi e della nostra libertà siamo disposti a nascondere o addirittura a sacrificare per corrispondere all’ideale che queste figure hanno di noi. E’ più facile farsi modellare e quanto siamo disposti a rischiare, invece, per essere noi stessi o meglio per mostrare al mondo cosa significhi essere noi stessi?

Giulietta e Gloria non deludono nemmeno stavolta il pubblico che ha riempito la sala, facendo registrare il tutto esaurito. A tratti gli spettatori fanno fatica a rimanere seduti sulla sedia per le risate: Shakespeare, credo, non se la sarebbe presa perché questa ‘dissacrazione’ è fatta sì con un pizzico di irriverenza, ma soprattutto con l’intelligenza, la leggerezza e l’ironia che contraddistinguono da sempre i loro lavori. Bella prova anche di Elena Schianchi, che regge la scena con disinvoltura e naturalezza.

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